Cosa proprio non funziona nel disegno di legge Pillon
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Cosa proprio non funziona nel disegno di legge Pillon

Cosa proprio non funziona nel disegno di legge Pillon

 Separazione figli divorzio
 Separazione figli divorzio
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La famiglia è un’isola che il diritto può soltanto lambire
  1. La coppia con figli minorenni sarebbe obbligata a fare un percorso di mediazione prima di andare in Tribunale per separarsi o divorziare, al fine di arrivare a un “piano genitoriale” condiviso sulla gestione dei figli. La mediazione – a pagamento - sarebbe obbligatoria anche nel caso in cui i coniugi avessero già trovato un accordo e si applicherebbe anche ai processi in corso. Si tenga conto che la mediazione costa a persona dai 50 ai 100 euro a seduta e che al costo del mediatore va aggiunto il costo dell’avvocato che dovrebbe presenziare almeno alla prima seduta. La mediazione inoltre sarebbe obbligatoria anche nell’ipotesi di violenza domestica, col risultato aberrante che il coniuge abusato sarebbe costretto a fare un percorso di mediazione con l’altro coniuge, anche per molti mesi.
  2. Garanzia ai figli minori di permanere non meno di dodici giorni al mese, compresi i pernottamenti, presso il padre e presso la madre, salvo comprovato e motivato pericolo di pregiudizio per la salute psico-fisica del figlio minore in caso di:
    1. violenza
    2. abuso sessuale
    3. trascuratezza
    4. indisponibilità di un genitore
    5. inadeguatezza evidente degli spazi predisposti per la vita del minore.
  1. Eliminazione dell’assegno di mantenimento per i figli minori (salvo rari casi e comunque con la eliminazione della sanzione penale oggi in essere): ciascun genitore dovrebbe infatti provvedere personalmente alle spese di mantenimento dei figli durante i periodi che gli stessi trascorreranno con loro. Questa soluzione non tiene però conto di coloro che non hanno un lavoro o che magari vi hanno rinunciato. Ma non è tutto. Come abbiamo visto, l’art. 11 del progetto di legge prevede che chi non ha la possibilità di ospitare i figli in spazi adeguati (perché non ha i denari per trovare una casa sufficientemente spaziosa) non ha il diritto di tenerli con sé secondo tempi “paritetici”. Dunque, il genitore più povero rischia di perdere anche la possibilità di stare con i propri figli.
  2. Salterebbe anche il principio dell’assegnazione della casa coniugale: se ciascun genitore ha diritto a stare con i figli minori per la metà o quasi del tempo, per questi ci sarebbero di fatto due case e un doppio domicilio (in un Paese come l’Italia, pensiamo a cosa comporterebbe l’invio di tutte le comunicazioni amministrative, scolastiche o di salute a due indirizzi diversi). E se la casa, in via eccezionale, venisse assegnata al genitore non proprietario della stessa, quest’ultimo sarebbe sempre e comunque obbligato a versare all’altro, indipendentemente dalle sue condizioni economiche, una indennità di occupazione, soggetta come tale a tassazione.
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