Vista: al Gemelli "mappa geografica" della cornea per ripararla
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Vista: al Gemelli "mappa geografica" della cornea per ripararla

Vista: al Gemelli "mappa geografica" della cornea per ripararla

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(AGI) - Roma, 16 set. - Una ''mappa geografica''dettagliatissima della cornea accoppiata a un duplicetrattamento, termico e coi raggi UV: e' questa la nuovasperanza per coloro che, affetti dal cheratocono, hanno gia' lavisione danneggiata o irrimediabilmente compromessa. Si trattadi un nuovo avanzamento della tecnica cosiddetta del''cross-linking corneale'', che entrera' a breve - una voltaottenute tutte le autorizzazioni necessarie - in fase disperimentazione clinica su alcuni pazienti presso ilPoliclinico universitario A. Gemelli di Roma. Proprio perparlare di questa ulteriore potenziale applicazione clinicanella cura del cheratocono si terra' sabato 20 settembre pressol'Universita' Cattolica il convegno intitolato "Cross-linkingcorneale, Update". "II cheratocono", spiega Aldo Caporossi,direttore della Clinica Oculistica del Policlinico Gemelli euno dei pionieri del cross-linking corneale, "e' una distrofiaereditaria della cornea caratterizzata da un progressivoassottigliamento e incurvamento della stessa. Tale patologiacorneale si manifesta tipicamente in eta' adolescenziale egiovanile, anche se e' frequente l'osservazione di casi aesordio in eta' pediatrica". Clinicamente si presenta con unastigmatismo che tende gradualmente ad aumentare fino a nonesser piu' correggibile con occhiali e lenti a contatto. Nelleforme cosi' evolute, l'unica possibilita' terapeutica perripristinare la forma e la struttura corneale e permettere unrecupero visivo e' il trapianto di cornea. Il cheratocono e'considerato una malattia rara, con valori di prevalenzariportati che oscillano tra i 10 e i 600 casi su 100000 personecon una prevalenza media di 54,5ogni 100mila persone. Oggi, conil cross-linking corneale, basato sull'uso di raggi UV cheattivano una molecola chiamata riboflavina, si migliora lacurvatura e la struttura della cornea. Questa tecnica pero' nonpuo' bloccare il decorso della malattia: purtroppo se un dannocorneale e' gia' avvenuto, cioe' se la malattia non e' in faseprecoce, il cross-linking non e' in grado di migliorare piu' ditanto la vista perduta. Di qui l'idea di accoppiare alcross-linking una terapia termica mirata per modellare lacornea nei punti in cui e' danneggiata. (AGI).
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