Un ponte tra le due sponde del Mediterraneo, quella europea e quella nordafricana, per parlare di diritti umani, dignita' della donna, educazione, energia, politica. Il progetto Euromed-News, nato dalla cooperazione tra l'Unione delle Televisioni dei Paesi della Lega Araba (Asbu), la Copeam (conferenza permanente dell'audiovisivo mediterraneo) e l'Unione Europea di Radiotelevisione (Uer) per due anni e' "entrato" nelle case degli abitanti di Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, ma anche Giordania, Siria e Libano attraverso il mezzo piu' diffuso e seguito, la tv. I partner del progetto, come e' stato spiegato nella conferenza stampa a Roma per tracciare un bilancio dell'iniziativa, hanno collaborato per due anni (da gennaio 2009 a dicembre 2010) alla produzione, la diffusione e lo scambio di oltre 300 news, 40 magazine e 9 documentari in lingua araba.
Una circolazione di informazioni, veicolata non a caso sulla tv "terrestre", quindi accessibile a tutti in prima serata, che ha raggiunto milioni di persone dei paesi del Maghreb e del Medio Oriente affrontando, grazie al lavoro congiunto di 50 giornalisti di tutti questi paesi, temi che raramente vengono toccati, a partire proprio dalla dignita' della donna e la parita' dei diritti, al centro di un seguitissimo documentario marocchino. "I mass media - ha spiegato Thierry Vissol, consigliere speciale DG Comm Media e Comunicazione della Commissione Europea - hanno un ruolo cruciale nella formazione delle coscienze, e lo si vede anche in questi giorni negli avvenimenti in Tunisia e Egitto. Questo network durato due anni e' stato un esperimento riuscito e senza dubbio da ripetere, si e' trattato di un concreto progetto di cooperazione audiovisiva nel Mediterraneo".
Oltre al successo di audience e all'importanza dei temi trattati, ha sottolineato dal canto suo Giacomo Mazzone, audit strategico Uer, "si e' creato un network di giornalisti di paesi e estrazioni diverse, una condivisione di standard tecnici e stilistici e l'acquisizione di tecniche giornalistiche 'gender equal', grazie alla partecipazione a seminari di formazione sul trattamento del tema della parita' dei sessi in tv, oltre alla traduzione in lingua araba di un toolk it, 'Screening gender'". Il tutto, ha aggiunto Claudio Cappon, vicepresidente Uer, "per parlare a una fascia di pubblico che ha meno contatti con l'Europa, in zone rurali e poco sviluppate, e aprire loro una finestra sul mondo". Un progetto di successo, ha concluso Alessandra Paradisi, segretario generale Copeam, "che in qualche modo faremo continuare, con altri progetti di coproduzione di news e documentari per parlare alla sponda sud del Mediterraneo, a partire dal programma di sostegno alla 'Capacity building' nel settore cinematografico e audiovisivo del programma Euromed Audiovisuel III".
Febbraio 2011