(AGI) - CdV - "L'immagine di un Papa fragile, che senza aiutocamminava lentamente verso il Muro per inserirvi la bellissimapreghiera di perdono e riconciliazione" e' stata evocata oggidal rabbino Jack Bemporad del New Jersey, teologo e biblistaapprezzato in tutto il mondo, il quale si e' detto convinto cheil Papa polacco con quel gesto "abbia colpito indelebilmente icuori degli ebrei, non solo di quelli di Israele ma degli ebreidi tutto il mondo". Per il mondo ebraico e' stato importanteanche, spiega Bemporad in un'intervista all'Osservatore Romano,"il suo incontro con i sopravvissuti polacchi della Shoah, iquali riconobbero come questo Papa da giovane fosse statotestimone di quell'orrore, abbia dimostrato la sua solidarieta'con la sofferenza del popolo ebraico". Amico personale di Benedetto XVI, che lo ha citato nellaprima parte del suo "Gesu' di Nazaret", Bemporad ha incontratoGiovanni Paolo II numerose volte, fra le quali a Denver, nel1993, e in Vaticano, nel 1994, quando i colloqui ebbero cometema la visione degli ebrei nel catechismo cattolico. Inoltreha guidato una nutrita delegazione di rabbini e leaderreligiosi che si sono recati a far visita al Papa poco tempoprima della sua morte. "Quando si incontrava personalmenteGiovanni Paolo II - confida oggi - era la percezione della suasolennita'. Un elemento che si rendeva immediatamente manifestoe che ti faceva sentire che stava accadendo qualcosa diimportante. Allo stesso tempo, trasparivano la sua profondaumanita' e il suo amore; sentivi che lui era interessato a te ea cosa stavi facendo, alla questione che ti stava a cuore inquel momento". "A Denver, il mio incontro con lui - ricorda ilrabbino - pote' aver luogo solo tardi nella giornata, dalmomento che era stato programmato dopo i molti colloqui econferenze nei quali fu impegnato: la sua preoccupazione pero'era che le religioni potessero lavorare insieme per offrireun'etica oggettiva e universale capace di aiutare ad affrontarei problemi urgenti che ci troviamo di fronte: la guerra, lapoverta', l'ineguaglianza e la mancanza di educazione in cosi'tante parti del mondo". L'incontro in Vaticano, rivela il rabbino Bemporad, fuinvece molto piu' teoretico e teologico in quanto "eracollegato al lavoro che il centro aveva fatto riguardoall'educazione della comunita' interreligiosa sul nuovocatechismo e si parlo' di come si poteva condurre al meglio ildialogo teologico fra cristiani ed ebrei. Quello che rimanevaimpresso dopo questi e altri colloqui - conclude - era lacompleta dedizione del Papa a costruire un mondo migliore pertutti gli esseri umani, il suo impegno per un dialogo nel qualesi potesse essere conformi alla propria fede senza offendere lafede degli altri, e anche la consapevolezza di come fossedifficile e serio questo lavoro". (AGI).