(AGI) - CdV - Fu il penultimo viaggio in Italia, la visita aPompei del 7 ottobre 2003, ma forse il piu' sofferto. Per laprima volta Giovanni Paolo II dovette servirsi di una poltronaa rotelle per tutta la durata della visita. Una prova che volleoffrire per invocare la pace per il mondo. "Ho voluto chequesto mio pellegrinaggio - disse - avesse il senso di unasupplica per la pace. Abbiamo meditato i misteri della luce,quasi per proiettare la luce di Cristo sui conflitti, letensioni e i drammi dei cinque Continenti". "Nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae -ricordo' il Pontefice - ho spiegato perche' il Rosario e' unapreghiera orientata per sua natura alla pace. Lo e' non solo inquanto ce la fa invocare, forti dell'intercessione di Maria, maanche perche' ci fa assimilare, con il mistero di Gesu', ancheil suo progetto di pace". Il Papa anziano e malato pronuncio' in quell'occasione unaformidabile catechesi sulla preghiera del Rosario. "Con ilritmo tranquillo della ripetizione dell'Ave Maria, il Rosario -osservo' - pacifica il nostro animo e lo apre alla grazia chesalva. Il Beato Bartolo Longo ebbe un'intuizione profetica,quando, al tempio dedicato alla Vergine del Rosario, volleaggiungere questa facciata come monumento alla pace. La causadella pace entrava cosi' nella proposta stessa del Rosario. E'un'intuizione - furono ancora le sue parole - di cui possiamocogliere l'attualita', all'inizio di questo Millennio, gia'sferzato da venti di guerra e rigato di sangue in tante regionidel mondo". "L'invito al Rosario che si leva da Pompei, crocevia dipersone di ogni cultura attratte sia dal Santuario che dal sitoarcheologico, evoca - concluse il Papa polacco - anchel'impegno dei cristiani, in collaborazione con tutti gli uominidi buona volonta', ad essere costruttori e testimoni di pace.Accolga sempre piu' questo messaggio la societa' civile, quirappresentata da autorita' e personalita' che salutocordialmente". (AGI).