Il testo definitivo del Patto per la Salute e' arrivato. Particolare interesse del Codici ha suscitato l'articolo 21, che tratta la cosi' tanto discussa attivita' di intramoenia. Nel testo si legge dell'intento di dare attuazione alla legge Turco (12/2007) e alle modifiche ad essa apportate dal Decreto Balduzzi per avviare il passaggio al regime ordinario dell'intramoenia all'interno dei presidi e superare definitivamente il regime, ormai da tempo affidato a deroghe, dell'intramoenia allargata. Le Asl sono quindi chiamate ad identificare spazi interni disponibili per le attivita' libero professionali o l'acquisizione di ulteriori spazi, se necessario, presso altre strutture sanitarie autorizzate. Insomma, avanti tutta con l'intramoenia, sembra dire il nuovo patto!
"Ma da quando in qua l'intramoenia va incentivata? - critica il Segretario Nazionale di Codici, Ivano Giacomelli - siamo arrivati al paradosso. Invece di bandire questo tipo di attivita', questa viene addirittura sponsorizzata! In questo modo non si fa altro che avallare gli interessi delle lobbies, che continuano ad agire indisturbate, senza freni e contro il benessere dei cittadini. Perche' sappiamo con certezza che sono sempre i pazienti a subire le conseguenze di un sistema che non funziona e che non considera come interesse primario la cura del cittadino".
Da tempo Codici si batte per una sanita' piu' giusta ed efficace, criticando aspramente l'attivita' dell'intramoenia. Quella che finora e' stata la gestione dell'attivita' professionale intramuraria ha contribuito in maniera rilevante all'allungamento dei tempi d'attesa, una piaga che investe la sanita' italiana da molto tempo e che provoca ripercussioni gravi anche sull'economia di molte famiglie. La correlazione tra esercizio professionale privato intramoenia e liste di attesa era gia' stata posta in evidenza dall'atto di indirizzo e coordinamento per l'esercizio dell'attivita' professionale intramuraria dei medici (Decreto del 27-3-2000) dove si stabiliva che "l'attivita' professionale intramuraria deve essere finalizzata alla riduzione delle liste d'attesa". Ma invece si e' verificato il contrario!
Risulta quindi scontato che la gestione dell'attivita' intramuraria andrebbe rivista e disciplinata, se non addirittura bandita, subordinando la sua concessione al conseguimento effettivo della riduzione delle liste di attesa. Ma la strada intrapresa con il Patto per la Salute sembra invece andare in tutt'altra direzione.
17 luglio 2014