Appollaiata su un gradino appena sotto quello di tutte le altre, numero 61 dell'elenco anziche' - almeno quello per cominciare a sperare - il numero 60. E' la posizione, molto scomoda, di Carolina Pacube De Leo, 23 anni, brasiliana, nata a Ribeirao Preto, nella regione di San Paolo, da genitori italo- brasiliani, da quattro anni naturalizzata italiana in virtu' del fatto che i suoi bisnonni paterni erano calabresi e quelli materni toscani (forse, c'e' incertezza sulla provenienza di questi ultimi). Mamma del piccolo Leonardo, 17 mesi, lasciato a casa dei nonni in Toscana, Carolina e' la prima delle quattro riserve delle finali di Miss Italia. In teoria, se qualcuna delle 60 finaliste in gara oggi e domani (o anche nella finalissima di lunedi') dovesse per un motivo qualsiasi rinunciare, ecco che toccherebbe a lei scendere in campo. E per Carolina, giocatrice di pallavolo con ruolo di attaccante nella Gardenia Grosseto in serie B2, non sarebbe difficile scendere in campo e misurarsi con le altre. Verrebbe quasi da tirare il filo..., fare il corvo in attesa, vero Carolina?. "No, il male non lo auguro - ci dice nel corso del 'porte aperte', ma solo per mezz'ora, con i giornalisti - pero' rientrare in gara non sarebbe un dispiacere. Mi rendo conto che e' brutto da pensare e dire, ma noi riserve siamo qui ad aspettare. Non proprio come corvi, ma piu' meno..." ammette con sincerita'. Al suo fianco c'e' Rossana Giano, 22 anni, di Casoria (Caserta), ultima delle quattro riserve, numero 64 in un'ipotetica discesa nell'agone, e anche lei e' dello stesso avviso, oltre che anche per lei - a guardarla - c'e' da chiedersi come mai sia finita in panchina. "La delusione e' stata forte - dicono - arrivare fin qui e poi ritrovarti fuori per un niente". Carolina parla di "bruttissima sensazione, non si riesce a descriverla bene. Essere riserva e' una situazone stressante, non riesci a capire cosa fare, e' un ruolo che non augurerei ad alcuno". Di sicuro "devi essere molto forte psicologicamente per non cedere. Devi tenere presente che quando cominci una cosa la porti avanti fino alla fine, anche se e' pesante in questo caso" aggiunge. Eppure "quella di partecipare al concorso di Miss Italia e' un'esperienza che rifarei. E tra due anni ci riprovero' senz'altro, almeno spero". Anche Rossana sottolinea la necessita' di essere forti per reggere la pressione psicologica del vederti dietro le altre 60 che, comunque vada, una loro visibilita' l'avranno avuta tra stasera e domani, e per 12 di esse ci sara' anche quella della finalissima di lunedi'. Per non dire poi della possibilita' - tra le 60 - di concorrere all'assegnazione delle fasce nazionali e dei titoli di Miss Cinema e Miss Eleganza. Opportunita' che per le riserve invece non c'e' in alcun modo. "Siamo molto piu' forti delle altre - dice ancora una determinata Carolina, fisico alto e asciutto, ideale per una pallavolista che gioca avanti, ma conservando tutta la grazia femminile e allargando il volto in un sorriso dolce - non e' stato facile resistere e rimanere. Quando sono finite le selezioni e ho visto che non ero tra le 60 ero convinta di dover andare via, e mi stavo preparando a questo, l'avevo messo nel conto che potesse accadere. Ed ecco invece che mi hanno comunicato che ero la prima riserva. Dapprima pensavo di non rimanere, poi ho deciso di continuare a stare qui. Devo dire che ho incassato duro dal punto di vista psicologico tutto quello che e' successo, per me e' stato comunque drammatico". Quello che piu' mette a dura prova la resistenza delle riserve - spiega Rossana - e' "non essere ne' carne ne' pesce, sei qui e pero' al tempo stesso e' come non essere qui. Sai che sei arrivata li' li' per approdare alle finali ma non ti e' bastato". "E allora - aggiunge a sua volta Carolina - ti chiedi in cosa hai sbagliato, ti chiedi cosa possa aver influenzato in un certo modo la giuria. Forse se avessi detto buongiorno anziche' ciao sarebbe andata meglio? Chi lo sa...Il sapore amaro ce l'ho in bocca e non lo voglio piu' riprovare". Cosi', di certo questo "e' servito come esperienza, ci servira' per il futuro, anche in altre circostanze della vita", dicono con convinzione le due ragazze. "E' stata dura essere nel ruolo di riserva ma da casa e' venuto comunque l'incoraggiamento ad andare avanti", conclude Carolina, che alla curiosita' del cronista per la farfalla tatuata sul lato destro del collo replica scoprendo la spalla sinistra e mostrando un altro tatuaggio: la riproduzione fedele dell'impronta della manina del figlio Leonardo e la data di nascita, 4-4-09.
Settembre 2010