MEETING RIMINI: AL CENTRO L'UOMO E IL SUO DESIDERIO D'INFINITO
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MEETING RIMINI: AL CENTRO L'UOMO E IL SUO DESIDERIO D'INFINITO

MEETING RIMINI: AL CENTRO L'UOMO E IL SUO DESIDERIO D'INFINITO

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(AGI) - Roma, 17 ago. - "Quella natura che ci spinge adesiderare cose grandi e' il cuore": e' il titolo della XXXIedizione del Meeting di Rimini 2010. Parole che riecheggianoquelle che Albert Camus fa pronunciare all'imperatore Caligolanel suo celebre dramma: "ho provato semplicemente unaimprovvisa sete di impossibile? ho bisogno della luna, o dellafelicita', o dell'immortalita'". In ogni uomo, di qualsiasi razza, cultura, religione,tradizione alberga questo desiderio di cose grandi, di qualcosadi infinito. Un'aspirazione che l'uomo in tante occasioni tendea trascurare e a dimenticare, complice innanzitutto una certamentalita' che lo considera solo come il risultato di unacasualita' chimico-biologica o al limite di un processoevolutivo. Si respira una cultura che tende a cancellare "l'umanita'dell'uomo", il "mancamento e voto" espresso da Leopardi nelloZibaldone. Il rischio e' quello che si affermi una concezionepuramente materialistica della vita. La provocazione contenutanel titolo afferma invece il contrario. La natura dell'uomo e'innanzitutto il suo cuore che si esprime come desiderio di cosegrandi. Il motore di ogni azione umana e' questa aspirazione aqualcosa di grande, l'esigenza di qualcosa di infinito. L'uomoe' rapporto con l'infinito. E' questa tensione il trattoinconfondibile dell'umano, la scintilla di ogni azione, dallavoro alla famiglia, dalla ricerca scientifica alla politica,dall'arte all'affronto dei bisogni quotidiani. Il Meeting cerchera' di documentare come nella realta' dioggi sia innanzitutto necessario partire dall'umanita' di ognipersona, facendo dei bisogni e dei desideri degli uominil'anima delle scelte grandi e di quelle quotidiane. Ancheperche' solo questo e' il punto che accomuna tutti gli uominied e' pertanto l'inizio anche di un reale dialogo tra i popoli. L'uomo che considera seriamente la sua umanita' e' coluiche non e' mai domo e soddisfatto e che affronta la vita conl'attesa di qualcosa di grande. Scrive Cesare Pavese: "Qualcunoci ha mai promesso qualcosa? E allora perche' attendiamo?".L'attesa e' la struttura stessa della natura umana, l'essenzadell'anima. I grandi desideri e le grandi aspirazioni non sonoun ostacolo o qualcosa che complica l'esistenza, ma sono cio'che rende l'uomo irriducibile proprio perche' essi sono ilsegno del suo rapporto con l'infinito. (AGI)Red
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