Costruire un "sano federalismo" inteso come "patto tra eguali" e non come un provvedimento nato dal "livore di un territorio nei confronti di un altro". Il libro 'Federalismo avvelenato' (Zefiro, 122 pagg., 10 euro) del vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, e del giornalista Marco Esposito analizza il percorso fatto finora e lancia l'allarme su un federalismo che invece di unire potrebbe spaccare l'Italia in due. Gli autori riconoscono che "il risentimento nei confronti del Sud ha le sue giuste motivazioni e la classe dirigente del Mezzogiorno ha fatto negli ultimi anni non poco per attirarsene addosso". Tuttavia, "quando si scrivono regole che dovranno valere per i prossimi decenni, bisogna immaginare che servano alla convivenza anche di chi ha otto o diciotto anni e persino di chi oggi non e' ancora nato". Pittella ed Esposito propongono tre standard per costruire un "federalismo efficiente" - costi, qualita' dei servizi, pressione fiscale - e analizzano il modello degli Stati Uniti, un sistema "in equilibrio, che permette di coniugare responsabilita' locale con solidarieta' nazionale". In Italia dal 2000 con l'approvazione del decreto 56, ricordano gli autori, si e' stabilito che alcune tasse appartengono alle Regioni, "e una volta stabilito il principio che le tasse pagate dagli italiani residenti in Veneto non sono frutto del lavoro dei cittadini, ma sono una ricchezza 'del Veneto' e' facile scivolare in altre forme di territorializzazione". Per gli autori "il federalismo fiscale, cosi' com'e' stato costruito, non soltanto e' un frutto avvelenato, ma e' contagioso e si trasmette ai salari, ai contratti di lavoro, alle zone franche urbane, al credito, fino al clamoroso paradosso delle borse di studio". Pittella ed Esposito, numeri alla mano, analizzano punto per punto il testo di uno dei decreti attuativi del federalismo fiscale, quello sulle Regioni, ne mettono in evidenza le criticita' e provano a tracciare soluzioni. Un istant book, 'Federalismo avvelenato', che si conclude con le proposte per un "federalismo salutare" che introduca il meccanismo dei tre standard: "spesa senza sprechi, qualita' del servizio, tasse equilibrate".
Febbraio 2011