Dopo lesioni cerebrali si puo' tornare ad amare
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Dopo lesioni cerebrali si puo' tornare ad amare

Dopo lesioni cerebrali si puo' tornare ad amare

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(AGI) - Lecce, 25 mar. - Amare ancora e' possibile. Anche dopouna grave lesione cerebrale. Ne sono convinti i ricercatoridella Fondazione San Raffaele che, in collaborazione conl'istituto Don Carlo Gnocchi, stanno conducendo uno studiocentrato sulle conseguenze dei traumi cerebrali in ambitopsico-sessuale. Del pool messo in campo dal centro di CeglieMessapica fanno parte il Primario Crocefissa Lanzillotti,Francesca Buonocunto, psicologa ricercatrice e Jorgen Navarro,Fisiatra dell'istituto pugliese. La ricerca, avviata nel 2014dalla fondazione Don Gnocchi di Sarzana, si pone un obiettivodi tipo conoscitivo: quello di osservare da vicino, attraversola somministrazione di un questionario, la qualita' di vitarelazionale, affettiva e sessuale delle persone colpite da GCA(Grave Cerebrolesione Acquisita), nonche' dei loro partner ecaregivers. ''La fondazione San Raffaele - ha spiegatoLanzillotti - ha raccolto una casistica interessante, essendostata peraltro l'unica fonte di reclutamento dati del SudItalia''. Alla base dello studio c'e' la convinzione che,nell'ambito del percorso riabilitativo, la dimensione dellasessualita' sia troppo spessa relegata in secondo pianorispetto agli altri aspetti, come ha spiegato il Primariodell'Istituto pugliese: ''la tendenza del modello riabilitativopiu' tradizionale e' quella di mantenere separati la cura delpaziente dalla sua dimensione relazionale, affettiva esessuale''. Un approccio innovativo quindi, quello promossodalla Fondazione San Raffaele, che spinge la ricerca oltre inumeri e i semplici parametri vitali e si pone invecel'obiettivo di affermare l'interazione affettiva e la relazionesessuale come indici di qualita' della vita non piu'trascurabili. La specificita' del progetto, rispetto a studisimili precedenti, e' prendere in considerazione non soltanto ipazienti colpiti da traumi ma anche i loro partner, familiari ecaregivers. Laddove la letteratura esistente in materia - perlo piu' anglosassone - si e' concentrata prevalentemente sullepersone cerebrolese, e solo di rado sui loro compagni di vita,lo studio pone un diverso accento sugli aspetti relazionali.''Questo progetto - ha sottolineato Francesca Buonocunto -rappresenta la prima esperienza nel panorama nazionale e tra lepoche in ambito europeo su questo tema. Noi operatori e glistessi caregivers, ci rendiamo conto di quanto risulticompromessa la vita affettiva e sessuale di chi ha subitoqueste lesioni. Gli assetti relazionali, familiari e socialivengono a stravolgersi, ma la questione - per quanto rilevante- pare venga deliberatamente omessa dalla lista degli aspettida riabilitare''. .
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