(di Rita Lofano)
D. Detroit sembra scommettere propriosulla Fiat per risorgere dalle ceneri della crisi dell’auto. Lo sbarco dellaFiat nella capitale dell’auto sta facendo vivere a Detroit un nuovo‘rinascimento’?
R. C’e’grande entusiasmo. Sicuramente e’ un periodo bellissimo per essere italiani aDetroit. C’e’ sempre stato un atteggiamento favorevole nei nostri confronti mada quando c’e’ stato l’annuncio della possibilita’ di un accordo tra Fiat eChrysler, fino alla definizione dell’intesa, l’entusiasmo e’ salito. Non solo aDetroit, in tutto il Michigan e nel Mid West in generale.
D. Non e’ più vero il dettoamericano“Fix it again, Tony”, cioe’ “aggiustala ancora, Tony”, riferito inpassato alle auto Fiat…
R. Questovecchio detto risale agli Anni 80, ma non ci pensa ormai piu’ nessuno. Detroite’ andata avanti per la sua strada e la Fiat e’ stata sicuramente vista in primo luogo come la possibilta’ di non farfallire la Chrysler. Manon solo. Alla Fiat lo scorso agosto e’ stata dedicata una strada in una cittadinaqui vicino, Royal Oak. Una strada e’ stata rinominata “Fiat Drive”. E’ statauna cosa simpaticissima. Un modo per dire: “Bene amici venite, vi dedichiamoquesta via”.
D. La Fiat non e’ l’unica azienda italiana sbarcatarecentemente a Detroit.
R. A Detroitnon c’e’ solo la Fiat. C’e’tutto un sistema Italia che si sta muovendo da queste parti. Quest’annonell’area abbiamo avuto altri grossi investimenti. Proprio a Detroit e’sbarcata ad aprile la Berloni,quella delle cucine. Hanno aperto il loro quartier generale negli Stati Uniti inuna localita’ nei pressi di Detroit. Anche Campari ha fatto un altro grosso investimento. Hannospeso circa 600 milioni di dollari per acquistare una distilleria, Wild Turkey.Sono diventati cosi’ proprierari di un marchio di bourbon whysky. Il bourbondel Kentucky (con 800.000 casse da nove litri vendute in oltre 60 mercati) oraappartiene alla Campari di Milano.
D. Perché le aziende italiane sembranopreferire il Michigan?
R. IlMichigan e’ stato duramente colpito dalla crisi economica. E’ lo Stato americano con la piu’ altapercentuale di disoccupazione e questo ha liberato forze lavorative anchealtamente qualificate che sono pronte a fare altro. C’e’ poi sicuramente ilvantaggio del cambio che favorisce gli investimenti negli Stati Uniti. Se c’e’ qualcuno che ha delle buone idee, quiriesce a realizzarle con il personale che e’ gia’ formato.
D. Sono numerosi gli italiani inMichigan?
R. IlMichigan fa circa 10 milioni di abitanti e circa mezzo milione sono di origineitaliana. Gli italiani con passaporto sono meno di 10.000 ma poi ci sono gliitaliani di seconda o terza generazione. Ci sono una settantina di clubitaliani, non solo su base regionale ma persino di paese. Ci sono tantissimisiciliani, calabresi, abruzzesi. Come e’noto, la cantante Madonna e’ di origine abruzzese: e’ nata e cresciuta daqueste parti.
D. E’ vero che a Detroit si possonoacquistare case a 100 dollari?
R. Tuttipensano che sia così. E’ vero che iprezzi delle case sono scesi molto perche’ l’area di Detroit ha risentito piu’ di altre della crisi delcredito, dei licenziamenti e ha un altissimo tasso di disoccupazione. Ma se e’vero che a parita’ di superificie una casa costa molto meno e’ anche vero chele tasse sono molto piu’ alte. Una casa che in Italia puo’ costare un milionedi euro qui si compra a mezzo milione didollari, meno della meta’, pero’ poi ci si pagano 15 o 20 mila dollari all’annodi tasse di proprieta’.
D. Anche per questo a Detroit ci sonocase abbandonate e poi bruciate e grattacieli murati perche’ in disuso?
R. Ci sonosicuramente anche delle zone degradate. Non e’ l’immagine principale. Ci sonocase distrutte ma anche perche’ vengonocostruite in legno e quindi se non si fa manutenzione e’ facile che prendano fuoco.La citta’ non ha piu’ la dimensione che aveva negli anni Cinquanta e Sessanta ela perdita di posti di lavoro ha fatto chiudere molti uffici e anche interigrattacieli.
D. L’amministratore delegato dellaFiat, Sergio Marchionne, ha comprato un appartamento a Birmingham. Una zonaresidenziale molto frequentata dagli italiani…
R. La zonaBirmingham e’ frequentata da Marchionne e da diversi altri italiani, anche dagiovani ingegneri che erano gia’ qui per lavorare con altre aziende come Comauo Brembo. Marchionne poi, e’ di casa a Detroit: ha studiato in Canada, nella citta’ diWindsor. E’uno del posto. Parla l’inglese proprio come un americanodel Michigan.
Ottobre 2009