Ha solamente esercitato il suo diritto di voto in Afghanistan, una decisione che ha pagato a un orribile prezzo: la mutilazione di naso e orecchie. Una storia tragica e raccapricciante quella che Lal Mohammed, agricoltore afghano di 40 anni della provincia di Uruzgan, ha raccontato tra le lacrime al giornale britannico "The Indipendent", che lo ha raggiunto nella sua casa, circondata ora dalla polizia. Steso su un divano consunto, in una angusta stanza polverosa e con le finestre rotte, coperto solo da uno scialle, Mohammed - padre di otto figli - ha raccontato la sua triste vicenda mostrando sotto le bende le ferite che lo hanno ormai trasformato in un mostro. Il 20 agosto ha lasciato il suo villaggio deciso ad andare a votare nonostante le minacce dei talibani che pochi giorni prima delle elezioni avevano avvertito la popolazione: "A chi votera' saranno tagliati orecchie, dita e il naso". La speranza della democrazia ha prevalso sulla paura e Mohammed ha lasciato la sua casa la mattina, si e' incamminato verso il suo seggio, a circa un 'ora e mezzo di strada dalla sua abitazione, e dopo mezz'ora e' stato fermato da tre uomini armati che hanno trovato il suo certificato elettorale. "Mi hanno urlato contro che per questo l'avrei pagata, poi hanno iniziato a picchiarmi, colpendomi sul viso con i calci dei fucili, fino a che non sono caduto a terra. Uno di loro si e' messo a cavalcioni su di me e, con un coltello, mi ha tagliato il naso tra dolori indescrivibili, poi un altro uomo mi ha tagliato le orecchie. Il mio viso era una maschera di sangue. Avrei preferito essere morto". Mohammed ricorda a questo punto di essere rimasto per strada esanime per molto tempo fino a quando "un uomo mi ha portato a Kabul su un asino". All'ospedale, ha raccontato, "nessuno mi ha assistito, mi hanno detto che non avevano piu' letti e mi hanno pregato di ripassare dopo qualche giorno". Sfigurato, sporco di sangue, l'uomo ha dovuto farsi prestare dei soldi, circa 250 euro, per comprarsi le medicine. "Ora - ha spiegato - devo restituire 40.000 afghani (circa 500 euro) e non so come faro'. Non so se riusciro' ancora a lavorare".
Agosto 2009