ITALIA 150: IL 4/7 EVENTO A CAPRERA, RESTAURO ANCHE PER PINCIO
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ITALIA 150: IL 4/7 EVENTO A CAPRERA, RESTAURO ANCHE PER PINCIO

ITALIA 150: IL 4/7 EVENTO A CAPRERA, RESTAURO ANCHE PER PINCIO

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(AGI) - Roma, 19 dic - "Il momento piu' emozionante? Il 17marzo scorso quando gli italiani spontaneamente misero in massail tricolore alla finestra". Paolo Peluffo, sottosegretarioalla Presidenza del Consiglio ed esponente del Comitato Italia150, riassume cosi' un anno di lavoro per le celebrazioni dei150 anni di unita' d'Italia. Celebrazioni che, pero', non si concluderanno con l'annosolare 2011. "Il 17 marzo 2012 - spiega Giuliano Amato,Presidente del Comitato - ci sara' un grande evento a Roma, conle scuole italiane che parteciperanno ai festeggiamenti perl'unita' d'Italia. Il 4 luglio, data di nascita di GiuseppeGaribaldi, figura principale del Risorgimento, inaugureremo aCaprera il museo Garibaldi". Amato e Peluffo sintetizzano i lavori del Comitato: 86luoghi della memoria rivitalizzati, 160 statue restaurate, 50mostre in tutta Italia. Complessivamente sono stati spesi circa23 milioni, di cui 3 milioni per la Domus mazziniana a Pisa conla biblioteca mazziniana, 2 milioni per il memoriale a Quartodei Mille, 3,8 milioni per il museo Garibaldi a Caprera e poiil restauro dei monumenti al Gianicolo, la stele nella stazionedi Roma Tiburtina e le infrastrutture: il nuovo auditorium adIsernia, il restauro del teatro San Carlo a napoli, il museonazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria, l'Auditorium aFirenze che ospitera' il maggio fiorentino. Peluffo annuncia novita' anche per il Pincio a Roma. "Hoavuto un colloquio con il sindaco Alemanno - dice Peluffo -bisogna restaurare le statue dei padri della Patria, metterlein sicurezza e migliorare l'illuminazione". Fino al 20 gennaio 2012 al Complesso del Vittoriano siterra' anche la mostra su 'Le donne che hanno fatto l'Italia',a cura di Emanuela Bruni. "Lo disse meravigliosamente AnnaKuliscioff - scrive Amato - quando cerco' (inutilmente) diconvincere il Parlamento del 1912 che era certo giusto dare ilvoto a chi avesse prestato servizio militare, ma non lo sipoteva negare alle donne. 'Le donne non fanno il soldato -disse - ma fanno i soldati'. Neppur questo basto' allora ariconoscerle".(AGI).
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