L'imprenditore scugnizzo Lettieri al padiglione Agi
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L'imprenditore scugnizzo Lettieri al padiglione Agi

L'imprenditore scugnizzo Lettieri al padiglione Agi

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(AGI) - Torino, 15 mag. - Rispetto al dormiente Vesuvio, GianniLettieri e' un vulcano in eruzione. Azionista di maggioranza diAtitech - azienda leader nella manutenzione aeronautica che seianni fa stava per fallire e adesso da' lavoro a 500 dipendenti- ha appena firmato una joint-venture con Finmeccanica perottenere anche il lavoro del gruppo Alenia acquisendo altri 170dipendenti. Ma trova il tempo, e la passione, per scriverelibri - "L'imprenditore scugnizzo", Edizioni Jupiter e' quelloche presenta a Torino allo stand dell'Agi - e soprattutto perpreparare la sfida che piu' lo avvince: il rilancio della suacitta', Napoli, da sindaco quando, tra un anno, si votera' peril rinnovo del capo di Palazzo San Giacomo. Lettieri,napoletano doc, si definisce scugnizzo perche' "sono nato allaDuchesca, il quartiere piu' popolare di Napoli, e da ragazzoero veramente uno scugnizzo". Poi, con estrema perseveranza, scoprendo lo studio, ebruciando le tappe si e' costruito una carriera internazionaleda imprenditore tessile da "self made man". Perche' lapolitica? "Perche' ho a cuore le sorti della mia citta'. Vorreiriscattare Napoli dai suoi tanti problemi. Stare in Consigliocomunale, all'opposizione, non e' semplice ma ho scelto difarlo, anche dopo la sconfitta nel ballottaggio. C'e' tantagente a cui non interessano le sorti di Napoli. Ma tantissimaaltra che invece ci tiene. Circa 200 mila napoletani al primoturno hanno scritto il mio nome. Gli devo l'impegno che siaspettano da me". Lettieri non elude il tema-chiave diqualsiasi rilancio: la sconfitta della criminalita' e ilripristino della legalita' in un'area, il Napoletano nel quadrodi un Sud tutto disastrato, dove purtroppo lo Stato spesso e'lontano o assente: "La strada e' stata la mia casa, mi sonoscontrato con la camorra giovanissimo. Con la determinazione sipossono raggiungere grandi traguardi, anche quello dineutralizzare la malavita. Bisogna denunciare, subito.Negoziare, mai. A 23 anni avevo gia' il mio primo stabilimentoproduttivo, di 2500 mq, avevo gia' due figli. Un giorno venne atrovarmi un signore che mi chiese di assumere il fratello.Presi tempo, finche' lui taglio' corto e mi chiede 150 milionidi lire, che avrei dovuto dargli in due giorni. Gli dissi chenon li avevo e non glieli avrei dati. Torno' con due auto,cariche di uomini con la pistola. Non mi trovarono, lidenunciai, i Carabanieri vennero a presidiare la fabbrica Fu ilmio primo contatto ravvicinato con la camorra. Per fortuna nonli vidi piu'. E dieci giorni dopo quel soggetto fu ucciso in unregolamento di conti fra cosche. Per questo nel mio libro hoscritto che tutti gli imprenditori devo denunciare i ricatti.Solo in questo modo si contrasta la delinquenza". Come nacque la vocazione dell'imprenditore, in Lettieri?"Avevo uno zio, Daniele, che era comandante dei vigili delFuoco a Varese. Un giorno mi invito' a cena casa sua a Milano.Mi mostro' un articolo che raccontava come Carlo De Benedettifosse riuscito ad acquisire il controllo dell'Olivetti. Dentrodi me si mosse qualcosa: decisi che anch'io dovevo uscire sulgiornale come un grande imprenditore che ce l'aveva fatta". PerLettieri, la chiave del rilancio del Sud stanell'imprenditorialita'. "Al Nord, c'e' un'impresa ogni 7abitanti, al Sud una ogni 80. E sono meno competitive. Al Sudla politica degli ultimi vent'anni ha puntato sul dareincentivi a pioggia alle imprese senza pero' creareinfrastrutture. Bisogna cambiare la mentalita' dei bambini. Orae' distorta, i ragazzi pensano ancora al posto fisso e non acostruirsi il loro futuro. Ma poi, quando studiano e crescono,sono i migliori: e spesso all'estero. I nostri medici, i nostrigiuristi, i nostri ingegneri, sono apprezzati ovunque nelmondo". E cosa farebbe il Lettieri-sindaco se vincesse leelezioni del 2016? "Creerei un corpo speciale dei vigili urbanisotto il comando di un generale dei carabinieri esperto insicurezza del territorio, e questo basterebbe a ripristinare unclima diverso, in citta'. Poi, naturalmente, punterei sullosviluppo economico: per esempio lanciando una banca per ilmicrocredito". E il conflitto d'interessi? "Premesso che il miobusiness non ha niente a che vedere con la citta' che spero diamministrare, ho gia' deciso che, diventando sindaco, lascereile mie imprese totalmente alla gestione dei figli, che sonoormai grandi, e del management, che e' bravissimo. Non sarebbeun problema, anzi". (AGI).
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