Kazakistan: Ocse, voglia di riforme Astana lezione per Europa
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Kazakistan: Ocse, voglia di riforme Astana lezione per Europa

Kazakistan: Ocse, voglia di riforme Astana lezione per Europa

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(AGI) - Astana, 23 mag. - La volonta' dell'Eurasia, e inparticolare del Kazakistan, di fare le riforme per migliorarrsie' una lezione per l'Europa . A parlare e' il responsabile Ocsedel Programma Competitivita' dell'area, Antonio Somma che, inun'intervista all'AGI a margine dei lavori dell'Astana EconomicForum, ha spiegato la formula vincente per un'area del mondo icui tassi di crescita "fanno sognare non solo l'Ue ma tuttal'Ocse". "Da quando e' diventato indipendente - ha rilevato Somma -il Kazakistan ha moltiplicato di 5-6 volte il pil pro-capiteche oggi e' intorno ai 12-15 mila dollari l'anno. Ormai glieconomisti non riescono piu' a parlare di paese in via disviluppo, piuttosto di un paese che si avvicina sempre piu' alreddito medio della media Ocse". Con tassi di crescita a due cifre fino a qualche anno fa,ora con un pil che corre a una media del 5-6% annuo, ilKazakistan puo' al momento lamentare soltanto il fatto diessere ancora troppo dipendente dall'energia. "Una dipendenzadel Pil - ha osservato l'economista - che e' addiritturaaumentata passando dal 10-11% all'inizio degli anni 2000 al 25%di oggi". Inoltre, se si guarda all'export il 70% e' ancora troppolegato all'interscamio energetico e gli investimenti stranierisono sempre troppo concentrati nel settore dell'Oil and Gas". Tuttavia il governo di Astana sa che deve ottimizzare altricomparti produttivi e lo sta facendo cercando valore aggiuntoin nuovi settori. "Qui c'e' una forte spinta, hanno voglia dimigliorare il loro sistema e di favorire le generazionifuture". Il Kazakistan ha generato una vera e propria frenesia negliinvestitori stranieri che cercano qui di superare i problemi diun'economia domestica stagnante. "Hanno davanti un'enorme areavuota - ha proseguito il rappresentante dell'Ocse - con tassidi crescita da economia emergente, che in Italia e in altriPaesi Ocse ci sogniamo, con un costo del lavoro basso, unademografia interessante, tanti giovani e con un ruoloimportante per le donne, eredita' lasciata dall'ex Urss". "Il mercato interno e' piccolo - ha aggiunto l'economista -ma ci sono vantaggi di prossimita' con due mercati moltogrossi dell'Asia, Cina e Russia e con quelli dell'Est e centroEuropa. Inoltre a fronte di un costo del lavoro basso ci sonocompetenze educative molto interessanti". Mediamente in Eurasiail tasso di studi pre-universitari all'interno di unapopolazione complessiva dell'area di circa 177 milioni, e' del99,5% (escluso l'Afghanistan). Tutti vantaggi competitiviti perl'Italia e per le aziende che vengono qui a investire. "Ilmercato interno si sta sviluppando insieme alla crescita delpil pro capite - ha detto Somma - molte imprese europee sonopresenti nell' abbigliamento, calzature, settore alimentare".Poi ci sono la meccanica leggera, la metallurgica,l'agricoltura e la trasformazione delle commodities agricole,in cui non c'e' know how o esperienza di come sviluppare ilbusiness. Difficolta'? Ancora tante in realta'. "Ci sono barriereoggettive come le infrastrutture di base, l'elettricita'. E poianche i contratti, i permessi di costruzioni che si ottengonodopo molto tempo. L'italiano che viene qui - ha sottolineatol'economista - deve fare una scelta tra il mercato domestico equello per l'esportazione: nel primo caso deve impiantare uncatena distributiva nel secondo una fabbrica e avere poi icanali di distribuzione. Il tutto con molte sfide daaffrontare. Ma forse ne vale la pena". "Ci sono garanzie distabilita' - ha affermato Somma - e il governo sta facendo ditutto per attirare gli investitori stranieri anche in settorinon tradizionali come quello dell'energia". Un esempio di volonta' valido anche per un'Europa eun'Italia "bloccate nel disegnare e attuare le riformeeconomiche". "Sono queste che slegano l'economia di un Paese -ha ricordato Somma - una riforma seria del mercato del lavoro euna revisione di tutte le rendite di posizione, non solo diquelle dei tassisti". (AGI).
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