(AGI) - Venezia, 10 set. - "Interpretare un periodo storicoattraverso le scenografie e' come per un attore interpretare unpersonaggio in un film. Si capisce perfettamente quando si e'nel giusto, o quando si fanno gli sbagli". Dante Ferretti parladall'alto dei piu' di sessanta titoli di film a cui hapartecipato come scenografo, e dei due oscar vinti nel corso diuna carriera incredibile. L'artigiano piu' famoso del cinemaitaliano e' omaggiato da un bel documentario di GianfrancoGiagni, "Dante Ferretti: Scenografo Italiano", presentato fuoriconcorso alla Mostra di Venezia, in concomitanza con laconsegna del Premio Bianchi alla carriera a Ferretti e alla suacompagna, sulla vita e nei set, Francesca Lo Schiavo."Nonostante le nuove sfide, l'utilizzo del digitale e del 3D,il lavoro dello scenografo non cambia molto. Si tratta sempredi creare mondi nuovi, che devono essere comunque pensati edisegnati in funzione della narrativa del film. Poi penso checomunque agli attori faccia piacere lavorare circondati da unset reale, il digitale puo' eventualmente aiutare a creare setsempre piu' virtualmente 'grandi', dove magari il budget non seli puo' permettere. Con il 3D c'e' maggior attenzione aglioggetti, bisogna stare attenti che qualcosa non sbuchi troppodallo schermo!". "Sono stato molto felice di vedere ildocumentario stamane" prosegue Ferretti "e sentire cosi' tanticolleghi con cui ho lavorato dire cosi' tante belle parole sudi me. Io non posso altro che ringraziare loro, e ringraziareCinecitta', che, come diceva Fellini, e' la mia citta', illuogo dove sono cresciuto artisticamente e professionalmente eche mi ha permesso di realizzare cosi' tanti dei miei sogni."(AGI)cli/ing