(AGI) - Roma, 15 feb - "Sia per il gossip sia per il canto ilfestival appare quasi ridicolo. In mezzo al perpetuo festivalItalia, quello di Sanremo ormai, nonostante paroloni e spot,appare un pallido fantasma. Anche dal punto di vista dellecanzoni, basta pensare all'edizione scorsa...". Lo scrivel'Avvenire, in un editoriale in seconda pagina, a firma diDavide Rondoni. "La colpa - prosegue Avvenire - e' di tutti quelli che cilavorano intorno. In particolare, dei responsabili(discografici, televisivi ed anche artistici) del mondo dellacanzone. Che hanno indebolito Sanremo a favore di altro, chehanno penalizzato la buona canzone per inseguire stereotipi efigurini televisivi. Che hanno ammorbato il gusto del pubblicofino a voler far credere che un Pupo o un Principe fossero unevento o qualcosa del genere. Ma il pubblico e' piu'intelligente dei dirigenti dello spettacolo. E ormai guarda aSanremo come a un te' con la zia. Un inevitabile passaggio, unobbligo morale non si sa da quale etica assurto a legge. Inquesta epoca moralista e libertina, va a finire che Sanremoproveranno a trasformarlo in una specie di 'baluardo morale'.Forse ci dobbiamo aspettare dal palco dell'Ariston, come loscorso anno la banda dei Carabinieri ed i pistolotti viscidi diCostanzo, un appello alla rinascita del Paese? Sarebbe unacatastrofe. Meglio andare a fondo con la 'chitara' e tutto ilresto. Se Sanremo non e' piu' capace di essere il Festival,chiudetelo. Sarebbe l'unico caso di eutanasia accettabile. Senon riuscite a darci un Sanremo divertente, popolare, capace diparlare di cose semplici ma profonde, chiudete la baracca, confiori e tutto il resto e dite agli italiani una cosa chedifficilmente accettano: 'Qualcosa e' cambiato'. L'annodell'Unita' potrebbe essere un buon anno per farlo morire. Ilbuon Morandi ha accettato di diventare, dopo 50 anni di onoratacarriera canora, un collega di Baudo e di Frizzi. Speriamo cheil suo sacrificio 8o il suo eccesso di vanita') serva a farpiu' spazio a canzoni buone. Indicateci un motivo per cantare osmettete di fare quell'inutile baccano. Qui di caos ce n'e'gia' abbastanza".(AGI)