AGI - L'Onu ha ufficialmente dichiarato lo stato di carestia a Gaza, la prima in Medio Oriente. Come ha sottolineato il comitato dell'Ipc (Integrated Food Security Phase Classification), la situazione è "catastrofica" per 500 mila persone nella Striscia. La carestia è stata ora confermata nel governatorato di Gaza City che copre circa il 20% della Striscia. La carestia era del tutto evitabile se alle Nazioni Unite non fosse stato sistematicamente impedito di portare cibo, ha dichiarato il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite. "È una carestia che avremmo potuto evitare se ci fosse stato permesso. Eppure, il cibo si accumula alle frontiere a causa dell'ostruzionismo sistematico da parte di Israele", ha detto Tom Fletcher ai giornalisti a Ginevra, definendola "una carestia che ci perseguiterà e ci perseguiterà tutti".
Il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (COGAT) ha bollato come "falso e tendenzioso" il rapporto dell'Ipc e ha affermato che si basava su dati parziali di Hamas. "Questo è un rapporto destinato a creare una falsa rappresentazione e non a riflettere la realtà sul campo", si legge in una dichiarazione. Il documento di risposta afferma che il rapporto contiene "gravi lacune metodologiche e fattuali, l'uso di fonti di informazione distorte, una mancanza di accuratezza materiale e un cambiamento nei criteri che ne minano la credibilità".
Intanto il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha annunciato che durante la riunione di gabinetto di ieri "abbiamo approvato i piani delle Idf per sconfiggere Hamas a Gaza", dove "le porte dell'inferno si apriranno presto".
Le dichiarazioni di Katz vengono rilanciate dai media israeliani, elencando tra le azioni attuate dall'esercito "intenso fuoco nemico, evacuazioni civili e manovre".
Al 686mo giorno di guerra, Katz ha ripetuto la minaccia che "presto le porte dell'inferno si apriranno sulle teste degli assassini e degli stupratori di Hamas a Gaza, finché non accetteranno le condizioni israeliane per porre fine alla guerra, in primo luogo il rilascio di tutti gli ostaggi e il disarmo". Secondo lui, "se non accettano, Gaza, la capitale di Hamas, diventerà come Rafah e Beit Hanoun. Esattamente come ho promesso, così sarà".
Bombardamenti e demolizioni a Gaza City
Dalle prime ore di venerdì 22 agosto, intanto, l'esercito israeliano ha ucciso almeno 37 palestinesi in tutta la Striscia, la maggior parte dei quali nella città settentrionale di Gaza, la capitale, dove continuano i bombardamenti e le demolizioni.
Secondo i dati forniti da fonti mediche palestinesi, dalla mezzanotte almeno 19 persone sono state uccise a Gaza City; 12 di loro in un attacco dell'artiglieria israeliana alla scuola Amr Ibn Al As e ai suoi dintorni.
Inoltre, anche una famiglia con tre bambini è stata uccisa quando è stata bombardata la tenda in cui si erano rifugiati in Al Jalaa Street a Gaza City; mentre un'altra madre e suo figlio sono stati uccisi vicino alla moschea nel quartiere assediato di Sabra.
Nel sud, a Khan Younis, cinque persone sono state uccise all'ospedale Nasser quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco su coloro che aspettavano la consegna degli aiuti umanitari, in una Gaza devastata dalla malnutrizione e dalla carestia a causa del blocco israeliano dei rifornimenti.
Israele continua a bombardare l'est e il sud di Gaza City, in particolare il quartiere di Zeitoun, causando vittime civili e distruzioni su larga scala. L'operazione di terra potrebbe iniziare entro pochi giorni, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato ieri sera di aver approvato i piani dell'esercito.
Dall'8 agosto, più di 50 strutture residenziali sono state attaccate nella capitale, uccidendo almeno 87 palestinesi, secondo i dati dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari.