AGI - La maggioranza approva la riforma della Corte dei Conti e il governo, nell'esprimere soddisfazione, respinge le critiche delle opposizioni che durante la discussione nell'Aula del Senato parlano di una riforma che limita la capacità di controllo della Corte e costituisce "la vendetta dell'esecutivo contro i giudici che hanno dichiarato illegittima la procedura per la realizzazione del Ponte sullo Stretto".
Affermazioni che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, respinge seccamente rispondendo ai giornalisti poco dopo il via libera giunto dall'Aula: "Non c'è nessuna vendetta", assicura ricordando l'iter della riforma in Parlamento durato circa due anni e le numerose audizioni svolte al Senato, dove il testo era approdato a marzo: "Legarla al provvedimento della magistratura contabile sul Ponte sullo Stretto, che è intervenuto poco più di un mese fa, mi sembra, per usare un eufemismo, una forzatura", taglia corto il rappresentante del governo.
Interlocuzione e modifiche: il dialogo con la corte dei conti
In Parlamento, afferma ancora, "vi è stata una costante interlocuzione con i rappresentanti della Corte dei Conti che ha permesso di modificare più di una delle norme dell'impostazione originaria". Tra quelle più additate dal Pd, da M5s e da Avs, ci sono quelle che "riducono drasticamente - come ha sostenuto il capogruppo dem, Francesco Boccia - la responsabilità per colpa grave, introducono veri e propri salvacondotti preventivi e limitano persino il risarcimento del danno".
La nuova disciplina della responsabilità: dolo e colpa
"Chi commette fatti con dolo che hanno rilievo contabile - sottolinea invece Mantovano - risponde al 100%, non c'è copertura di frodi o di reati assimilabili" mentre "per chi determina dei danni per colpa, vi è la previsione di una condanna fino a due anni della sua remunerazione da dipendente pubblico. Credo che rimanere per due anni senza stipendio non sia una cosa leggera", continua. "Bisogna decidere se essere ipocriti o meno", aggiunge. "Siamo stati abituati ad accertamenti contabili stratosferici il cui solo limite era di non andare mai a compimento se non per minime parti. Questa è una strada di ragionevolezza e permette con una sanzione non lieve di determinare certamente una risposta punitiva nei confini della realtà".
Delega al governo e riorganizzazione delle forze
Se per il Movimento 5 stelle "l'impunità è il filo rosso che lega i provvedimenti della maggioranza", il governo lascia la porta aperta al dialogo con i magistrati. La legge approvata oggi prevede una delega al governo "per riorganizzare e razionalizzare le forze in campo" e la riorganizzazione - ribadisce Mantovano - sarà "ragionevole. C'è il massimo della disponibilità al confronto, come c'è stata fino ad ora, anche se forse qualcuno lo ha dimenticato. Ci sarà tempo e modo per arrivare a un assetto complessivo certamente più efficace".
I magistrati: "E' un passo indietro"
"Oggi si scrive una pagina buia per tutti i cittadini: il Senato della Repubblica ha approvato la riforma della Corte dei Conti, magistratura chiamata dalla Costituzione a garantire che le risorse pubbliche siano destinate ai servizi alla collettività e non siano sprecate, per imperizia o corruzione. Si tratta di una scelta che segna un passo indietro nella tutela dei bilanci pubblici e inaugura una fase in cui il principio di responsabilità nella gestione del denaro dei cittadini risulta sensibilmente indebolito". Così, in una nota, l'Associazione Magistrati della Corte dei conti.
"Da oggi, in presenza di grave colpa, il danno arrecato alle finanze pubbliche sarà risarcibile solo entro il limite massimo del 30% del pregiudizio accertato. La parte restante non verrà recuperata e resterà a carico della collettività. Ulteriori forti preoccupazioni suscitano l'introduzione di meccanismi di esonero automatico dalla responsabilità, legati al silenzio della Corte dei conti in sede di controllo di legittimità o di parere.
In questo modo, l'assenza di una pronuncia esplicita della Magistratura contabile rischia di trasformarsi in una giustificazione automatica, piegando tali funzioni a logiche di esclusione della responsabilità piuttosto che di miglioramento dei servizi - si legge -. La riforma incide negativamente sui principi di legalità, responsabilità e buon andamento dell'amministrazione, sanciti dalla Costituzione, e solleva un tema centrale di equità: le risorse pubbliche appartengono a tutti e la loro tutela richiede forme di responsabilità effettive e credibili. Una maggiore efficienza dell'amministrazione non si ottiene riducendo il ruolo della Magistratura contabile, ma valorizzando il presidio indipendente e imparziale a garanzia del corretto utilizzo del denaro pubblico".