AGI - Stimolare la riflessione sull'importanza dell'istruzione e delle competenze come strumenti fondamentali per una crescita sostenibile e condivisa tra Africa ed Europa, al fine di promuovere, in una prospettiva multidisciplinare, un nuovo approccio al continente, al di là degli stereotipi. È questo il messaggio emerso dalla tavola rotonda "Istruzione, competenze e crescita in Africa e in Europa", organizzata oggi a Roma dall'Università Lumsa, con la partecipazione di rappresentanti dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), del Centro Internazionale per lo Studio della Conservazione e del Restauro del Patrimonio Culturale (ICCROM), dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di Italia Africa Business Week. L'evento ha offerto l'occasione per riflettere sul ruolo crescente dell'Africa: un continente apparentemente sotto l'influenza geopolitica ed economica di Stati Uniti e Asia, ma in realtà destinato a diventare il centro strategico di molti equilibri globali. Con la sua immensa ricchezza di terre rare, l'aumento dei livelli di istruzione e di occupazione (dal 24 al 50% nei prossimi 20 anni), una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050 (metà dei quali ha meno di 14 anni) e una robusta crescita economica (oltre il 4% all'anno in questo decennio), il continente rappresenta un partner naturale e insostituibile per un'Europa in declino demografico e rallentamento economico.
È in questo contesto storico che, come ha sottolineato Francesco Bonini, Rettore della Lumsa, è tempo di costruire una nuova visione dell'Africa. "L'Africa è il nostro presente e il nostro futuro", per questo gli studenti sono "chiamati a diventare attori di questo mondo che dobbiamo tutti impegnarci a costruire insieme", ha affermato il Rettore nel suo discorso di apertura. Secondo Stefania Giannini, ex Ministro dell'Istruzione e attuale Direttore Generale dell'Istruzione dell'UNESCO, l'andamento demografico spiega molti fattori: "Entro il 2050, un giovane su tre sarà africano, e l'Europa ha attualmente una percentuale di persone over 60, l'opposto di quella del continente africano. Questi dati da soli bastano a spiegare il futuro. Oggi, oltre 700 milioni di africani sono disoccupati, ovvero il 38% della fascia di età 15-24 anni, e solo il 9% degli studenti è iscritto all'università", ha sottolineato la Dott.ssa Giannini, spiegando la nascita del progetto "Campus Africa", recentemente lanciato dall'UNESCO per promuovere una rete universitaria di eccellenza in Africa, incoraggiando la mobilità studentesca e creando borse di studio.
L'istruzione è anche un obiettivo chiave dell'ICCROM, un'organizzazione intergovernativa che promuove la conservazione e il restauro del patrimonio culturale in tutte le sue espressioni e in tutte le regioni del mondo. L'ICCROM ha recentemente firmato un accordo per dotare una nuova generazione di africani delle competenze necessarie per la conservazione del patrimonio culturale e lo sviluppo a lungo termine. Il progetto coinvolgerà circa 540 artigiani di età compresa tra 18 e 40 anni provenienti da Costa d'Avorio, Egitto, Kenya e Tunisia, che saranno formati in tecniche artigianali tradizionali e moderne, tra cui la lavorazione della pietra, del legno, del mosaico, del gesso e dei metalli. L'ICCROM implementerà il progetto in collaborazione con istituzioni culturali dei paesi partner e con la Fabbrica di San Pietro in Vaticano, uno storico centro di eccellenza nella formazione artigianale e nella conservazione del patrimonio culturale. Federico Bonaglia, Vicedirettore del Centro di Sviluppo dell'OCSE, ha sottolineato la necessità di maggiori investimenti in Africa attraverso un nuovo approccio di partenariato e ha sottolineato l'importanza di colmare il divario tra domanda e offerta nel mercato del lavoro africano.