E' passato un anno da quando i tre brussellesi di Schaarbeek Ibrahim e Khalid El Bakraoui e Najim Laachraoui si sono fatti esplodere all'aeroporto di Zaventem e nel treno della metropolitana che stava lasciando la stazione di Maelbeek, a due passi dai palazzi dell'Unione europea. Hanno ucciso 32 persone oltre a loro stessi, provocando oltre 300 feriti, provenienti da una ventina di nazioni diverse.
Una marcia, una veglia e una mostra. Anche per Patrizia
Bruxelles ricorda la strage, cominciando alla 7,58 all'aeroporto, proseguendo con l'inaugurazione della scultura di acciaio "Feriti ma sempre in piedi davanti all'inconcepibile" nel quartiere europeo e con una marcia di commemorazione che dalla piazza comunale di Molenbeek, il quartiere in cui sono stati organizzati gli attentati di Parigi e di Bruxelles, e da altri punti della città ha portato i partecipanti davanti all'edificio della Borsa, eletto l'anno scorso a punto di aggregazione della memoria. Tra le vittime anche l'italiana Patricia Rizzo, che lavorava per la Commissione europea.
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Oltre alla veglia di preghiera guidata dal capo della Chiesa belga, cardinale Jozef De Kesel, anche il Bozar, il centro di arte e cultura che ha sede in un palazzo di Victor Horta a due passi dalla Grande Place, organizza una giornata tutta dedicata "al ricordo e al raccoglimento" cominciata al mattino presto con un momento di "silenzio per la pace" alla stazione Maalbeek della metropolitana, e proseguita all'aeroporto di Zaventem e in altri spazi di raccoglimento non solo per le vittime e i loro familiari ma anche "per quelli che hanno vissuto gli attentati da vicino".
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Nella sede del Bozar è stata anche allestita la mostra di un fotografo, Johan Van Steen, morto il 22 marzo scorso nella metropolitana.