Beirut - Il caos rifiuti in Libano ora minaccia l'aeroporto internazionale "Rafic Hariri" di Beirut, mette a rischio la sicurezza dei voli, e diventa una mina vagante per il neonato governo di Saad Hariri. Ultimo capitolo di una storia infinita di discariche temporanee e di emergenze sanitarie è la chiusura di Costa Brava, area destinata alla spazzatura di cui i giudici hanno appena ordinato la chiusura temporanea. La discarica, a sud di Beirut, era stata costruita a marzo 2016 sul mare come soluzione temporanea al dramma nazionale. 'Location' che però non ha fatto altro che attirare stormi di gabbiani che molto spesso invadono le piste di atterraggio minacciando la visibilità e la sicurezza dei piloti. In alcuni punti le pile di rifiuti inoltre raggiungono un'altezza di circa nove metri e qualche giorno fa una pista è stata addirittura chiusa dopo che un volo della MEA ha avuto difficoltà ad atterrare.
Polemica senza fine e la campagna Internet di You Stink
Numerose personalità politiche e della società civile, come il leader druso Walid Jumblatt o lo stesso collettivo "You stink" (Puzzate! Ndr), avevano lanciato l'allarme: "Cosa aspettate a chiudere la discarica di Costa brava, che un aereo si schianti o che arrivi una decisione internazionale che ordini di chiudere l'aeroporto?", si legge sul profilo Facebook del collettivo. Nei giorni scorsi anche il ministro dell'Ambiente Tarek Khatib aveva visitato la discarica per valutare la situazione e frenare gli allarmismi. Tuttavia, nè il governo nè la al Jihad group (JCC), azienda incaricata del progetto, sembrano intenzionate a ricorrere in appello contro la decisione del giudice.
Dopo la guerra civile la prima discarica di Naameh
L'inizio delle proteste, gli attivisti di You Stink
La rabbia e il gesto estremo di Mohammad Haraz
Le manifestazioni vanno avanti due mesi e la tensione cresce: a inizio ottobre la polizia impedisce ai manifestanti di avvicinarsi al palazzo del governo e spara lacrimogeni e proiettili di gomma, effettuando decine di fermi. Sulla scia delle primavere arabe, molti giovani scandiscono slogan rivoluzionari già sentiti nei paesi coinvolti dai sommovimenti popolari, compreso il celebre "Ash-shab yurid isqat an-Nizam". Un altro slogan che si sente è "Badna Nahsseb" ("vogliamo responsabilità"), in riferimento alla deliberata e ripetuta estensione dei mandati parlamentari, mentre la carica di Capo di Stato rimane vacante dal maggio 2014. Il 16 ottobre l'attivista Mohammad Haraz si dà fuoco di fronte al Tribunale militare dove sono trattenuti i leader della protesta Suleiman e Al Hashash, emulando il tunisino Mohammad Bouazizi, che il 17 dicembre 2010 aveva fatto lo stesso, segnando l'inizio simbolico delle primavere arabe. Quello del 2015 è un movimento di protesta senza precedenti in Libano: per anni, ogni movimento civile è sempre ricaduto sotto l'ombrello confessionale, perseguendo obiettivi specifici e più o meno funzionali all'appartenenza religiosa. "You stink" è invece trasversale e persegue istanze universali.