Ecco come l'aeroporto di Beirut è finito assediato dai rifiuti
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Ecco come l'aeroporto di Beirut è finito assediato dai rifiuti

Ecco come l'aeroporto di Beirut è finito assediato dai rifiuti

Lorenzo Forlani
 Libano, rifiuti (Afp)
 Libano, rifiuti (Afp)
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Polemica senza fine e la campagna Internet di You Stink

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Dopo la guerra civile la prima discarica di Naameh

 Libano, rifiuti (Afp)
 Libano, rifiuti (Afp)
Dopo la guerra civile, il governo libanese inizia a costruire la discarica di Naameh, circa 20 km a sud di Beirut, che apre nel 1997. Concepita come temporanea, Naameh avrebbe dovuto ospitare al massimo 2 milioni di tonnellate di rifiuti, in attesa di trovare un altro sito. Tuttavia, nel corso dei successivi 15 anni il problema dei rifiuti è finito in fondo alle agende dei vari governi, alle prese con la ricostruzione post bellica, la ricomposizione dei conflitti interni e dei rapporti internazionali. In mancanza di un sito definitivo la discarica di Naameh nel corso degli anni ha ampiamente superato i limiti della sua capacità originaria. Il 17 luglio 2015, con circa 16 milioni di tonnellate di spazzatura al suo interno, il governo ne decide la chiusura, in seguito alle proteste dei residenti, che denunciarono casi di cancro, malattie della pelle e intossicazioni. Nel frattempo, l'azienda responsabile della raccolta, la Sukleen, iniziò a sistemare i rifiuti sotto ai ponti cittadini e in giro per la città, compromettendone la vivibilità.

L'inizio delle proteste, gli attivisti di You Stink

 Il serpentone di, rifiuti. Libano (Afp)
 Il serpentone di, rifiuti. Libano (Afp)
Il 23 agosto, soprattutto a Riad el Sohl e a Sahat al Shuhada, due piazze adiacenti alla sede del governo, iniziano le proteste, organizzate dal collettivo "You stink". Il nome del collettivo, nato su Internet e guidato da giovani come Waref Suleiman e Pierre Al Hashash, gioca su un duplice riferimento: da una parte l'odore dei rifiuti diffuso in varie parti della città, dall'altra la corruzione della classe politica, che secondo gli attivisti lucrerebbe sulla gestione delle discariche. La protesta si allarga, e inizia a fare riferimento ai problemi endemici del Libano: disoccupazione, carenza di energia elettrica, la mancanza di una legge elettorale equa. Secondo i quotidiani locali, i manifestanti in piazza - alcuni dei quali si accampano permanentemente e indicono scioperi della fame - passano dai circa 5000 del 23 agosto ai circa 120000 di una settimana dopo.

La rabbia e il gesto estremo di Mohammad Haraz

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