I lavori sulla legge di bilancio alla Camera vanno a rilento, il timing dell'approdo in Aula dovrebbe essere per mercoledì ma nella maggioranza non si esclude che i tempi possano ulteriormente slittare. In ogni caso la vera partita sarà al Senato. Prima ci sarà da capire come evolverà il dialogo con l'Unione europea che punta a convincere l'esecutivo a virare sotto il 2% del rapporto deficit/Pil. Si continua a trattare ma Salvini ribadisce il suo pensiero: "Se ci sono soldi in più su Fornero e reddito li spostiamo, niente di più".
È il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a portare avanti il dialogo con Bruxelles. Un ruolo che i due vicepremier gli hanno riconosciuto anche oggi in una nota congiunta. Con una postilla: nessuna rinuncia sulle nostre misure. I paletti restano quelli sul reddito di cittadinanza e su 'quota cento', con la Lega disponibile ad abbassare le pretese sui fondi necessari sulla riforma delle pensioni ma senza ridurre eccessivamente l'asticella. "Bruxelles può mandare anche padre Pio ma noi la Fornero la smontiamo pezzo per pezzo", afferma il segretario della Lega. Un discorso simile riguarda il reddito di cittadinanza ma anche qui i pentastellati non ci stanno a veder 'annacquato' il proprio cavallo di battaglia.
"L'Italia si sta rialzando"
Mentre M5s e Lega continuano il braccio di ferro sulle misure (sul taglio alle pensioni d'oro ci sarà un emendamento ad hoc ma dovrebbe arrivare al Senato e riproporre lo schema, spiegano fonti parlamentari del Carroccio, del contributo di solidarietà) il ministro dell'Interno e il responsabile dello Sviluppo e del Lavoro rendono atto al premier di agire come garante sia del contratto che dell'interlocuzione con l'Europa. "L'Italia si sta rialzando e in tutti i tavoli, dall'Europa agli incontri con i maggiori partner internazionali, noi siamo nelle mani giuste, quelle del Presidente Conte", sottolineano i due vicepremier che tornano a difendere i propri provvedimento di riferimento.
Il premier - aggiungono - "sta illustrando all'Europa le potenzialità dell'ampia agenda di riforme che riporterà il Paese a crescere, evitando il rischio di una terza recessione e aprendo all'Italia una prospettiva futura migliore. Le nostre misure rimettono in moto l'occupazione e la produttività, tendendo la mano a chi è rimasto indietro in questi anni di crisi, dando respiro ai consumi e guardando agli investimenti come trampolino fondamentale per la crescita nel lungo periodo".
Dai vicepremier arriva un ulteriore via libera ad "un dialogo franco e rispettoso con le Istituzioni europee" con la premessa che non venga meno "quel patto con gli italiani fondato su equità sociale, lavoro, crescita e sviluppo sostenibile che costituisce la stella polare della nostra azione". Il concetto viene riaffermato più volte e al premier viene affidato l'onere e l'onore di ribadire le posizioni dell'esecutivo: "Conte è la voce ideale dell'Italia in Europa".