Cosa è il caso Marra e perché fa tremare la giunta Raggi

di Sonia Montrella
 Raffaele Marra (Agf)
Roma - Guai senza fine per la giunta guidata da Virginia Raggi, sindaco M5S di Roma. Raffaele Marra capo del personale del Comune di Roma, è stato arrestato dai carabinieri per corruzione. L'arresto non è collegato all'indagine sulle nomine decise dal sindaco Virginia Raggi, tra le quali c'è anche quella dello stesso Marra, ma riguarderebbe invece un'operazione immobiliare.
Chi è Marra, "il vero sindaco di Roma"?
Repubblica.it racconta che Marra "aveva accumulato così tanto potere, all'ombra di Virginia Raggi, da conquistarsi sin dagli albori dell'avventura grillina al governo di Roma l'appellativo, non proprio lusinghiero ma certo eloquente, di Rasputin del Campidoglio".
Ma cosa è successo?
L'inchiesta riguarda l'acquisto di un immobile dell'Enasarco, l'ente di assistenza dei rappresentanti di commercio, per il quale secondo l'accusa Marra avrebbe ricevuto una somma dal costruttore Sergio Scarpellini. Anche Scarpellini è stato arrestato stamattina. All'epoca dei fatti, Marra era dirigente del Campidoglio e il sindaco era Gianni Alemanno.
Il Foglio affida a tre tweet del direttore una fulminea disamina della situazione che, dall'avviso di garanzia a Sala all'arresto di Marra, ricorda gli esordi di Tangentopoli.
Il salvataggio del fratello di Marra, firmato da Virginia
In un retroscena, Repubblica ricostruisce tutte le volte che la Raggi ha difeso Marra, fino ad attribuirsi la promozione del fratello del capo del personale, Renato, contro cui aveva puntato il dito il sindacato dei dirigenti regionali. Il 9 novembre Marra - si legge in un esposto - "avrebbe dovuto astenersi dal controfirmare la delibera che ricolloca Renatogià vicecomandante dei vigili, alla neonata direzione Turismo del Comune con annesso aumento di stipendio (di 20.000 euro). Un atto delicatissimo, potenzialmente foriero di grane, che adesso Raggi si intesta in toto in una memoria difensiva firmata dal responsabile anticorruzione del Campidoglio Maria Rosa Turchi e inviata all’Anac" il 12 novembre.
Il 'caso della casa'
Non solo. Secondo un’inchiesta pubblicata lo scorso settembre da L’Espresso, quando era un fedelissimo di Gianni Alemanno Raffaele Marra ha sottoscritto contratti da milioni di euro a favore di Fabrizio Amore, un imprenditore oggi indagato in una delle inchieste su Mafia Capitale. Un costruttore (imputato anche per associazione a delinquere e turbativa d’asta in un altro procedimento per i lavori dell’aula Giulio Cesare del Comune) che nel luglio 2009 grazie a una convenzione a trattativa diretta firmata da Marra, allora capo del dipartimento delle Politiche abitative, è riuscito a fare il colpo della vita: affittare al Comune capitolino 96 appartamenti di un residence fuori dal Grande raccordo anulare alla stratosferica cifra di 2,6 milioni l’anno. Pari a un costo medio per abitazione di 2.256 euro al mese. Il prezzo in pratica di una casa da 150 metri quadri in centro.
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Una maxi-richiesta davanti alla quale, sempre secondo l'Espresso il braccio destro di Virginia non fa una piega. Anzi: all’ex ufficiale della Guardia di Finanza non dispiace nemmeno che le srl italiane proprietarie degli appartamenti siano controllate al cento per cento da società anonime con sede in Lussemburgo. Holding che poi finiranno nel mirino degli inquirenti per un presunto giro di false fatture da 11 milioni di euro.
La replica di Marra: "mai beneficiato di alcuno sconto"
Due giorni dopo la pubblicazione dell'inchiesta, arriva la replica di Raffaele Marra all'Espresso: "Non ho mai beneficiato di alcuno sconto da parte del sig. Sergio Scarpellini, in quanto non avevo alcun diritto in tal senso". Poi precisa: "I contratti di locazione e comodato di immobili tra il Comune di Roma e la società MILANO 90 sono stati stipulati tutti in epoche in cui il sottoscritto non era in forza all'Amministrazione Capitolina".
In fondo all'articolo, il commento di Emiliano Fittipaldi, autore dell'inchiesta: "Prendiamo atto della precisazione che non smentisce però quanto scritto dall'Espresso. Marra ha comprato un attico a un prezzo inferiore del 40 per cento rispetto ai valori di mercato fatti ad altri inquilini che hanno acquistato nello stesso periodo".
I retroscena
Secondo l'Unità, l'arresto di Marra è solo l'inizio: "negli ambienti vicino al Campidoglio comincia a serpeggiare il sospetto che per la sindaca sia già pronto un avviso di garanzia".
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