Inter-Barcellona sarebbe stata tutta un’altra partita senza il Var

Alessandro Frau
AGI - Lo vedo già, sorridente, mentre entra nei tribunali “social” dello sport, sezione calcistica, con il suo bel plico stretto sotto il braccio. In copertina, ben in vista, campeggia il titolo: Inter-Barcellona, semifinale di Champions League, 30 aprile – 6 maggio 2025. È il difensore d’ufficio del VAR, acronimo di Video Assistant Referee, croce e delizia di appassionati, tifosi e giornalisti. Sorride, perché da quasi sette anni – da quando è stato introdotto il suo assistito – va cercando una memoria difensiva solida, difficile da attaccare. Una che riesca a dimostrare, fuori da ogni ragionevole dubbio, l’efficacia e il ruolo di questa tecnologia e di questa intelligenza, semi-artificiale, nel calcio contemporaneo.

Tra distopia e realtà

Il Var a San Siro

“Il VAR non è infallibile”


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