R oma - Gli arbitri vogliono farsi conoscere meglio per non essere piu' visti come "un nemico": e' l'impegno del presidente dell'Associazione italiana arbitri (Aia), Marcello Nicchi, ribadito in una conferenza svoltasi a Roma intitolata "Gli arbitri e la comunicazione con la stampa", presenti i vertici dell'Aia e tre fischietti in attivita' come Gianluca Rocchi, Luca Banti e Paolo Valeri.
L'Aia ha gia' annunciato la possibilita' per gli arbitri di commentare il proprio operato a partire dalla prossima stagione. L'obiettivo, ha spiegato Nicchi, e' un modo diverso di comunicare: "Sia noi arbitri che voi giornalisti abbiamo responsabilita' enormi", ha osservato Nicchi, "mi rendo conto che siamo rimasti indietro ma siamo in grado di recuperare il tempo perduto per far conoscere l'arbitro".
I direttori di gara chiedono piu' rispetto per una categoria che "si allena tutta la settimana con scrupolo e professionalita' per far bene, proprio come i calciatori". Un rispetto che a volte, piu' ancora che dai tifosi, manca da parte degli addetti ai lavori, media, calciatori e allenatori: "Lancio un messaggio a tutti voi", ha detto Nicchi, "com'e' possibile permettere che vengano picchiati 650 ragazzi sui campi di calcio come acaduto quest'anno? Di queste aggressioni ben 630 erano da parte di tesserati. Tutti assieme dobbiamo dire ai delinquenti che circolano nei campi di calcio che non e' roba per loro. Questa e' crescita, non le risse davanti all'episodio quando in 50 non capiamo cosa e' accaduto".
"Ci teniamo ad avvicinarci ai giornalisti, alle persone", ha insistito Nicchi, "in campo sbagliamo e continueremo a sbagliare, anche se spero sempre meno, pure con l'aiuto della tecnologia, ma l'arbitro non deve essere visto come un nemico". (AGI)