S ull’onda del successo di ‘Favolacce’, prima Orso d’argento a Berlino per la sceneggiatura e adesso miglior film ai Nastri d’Argento, il produttore Giuseppe Saccà, 37 anni, sperando che il film venga selezionato in Italia per la corsa al miglior film straniero degli Oscar, va avanti con la sua missione di talent scout di giovani registi. Primo a fiutare il genio dei gemelli d’Innocenzo, producendo con la sua Pepito e la collaborazione di Rai Cinema il loro film d’esordio ‘La terra dell’abbastanza’ e poi, appunto ‘Favolacce’, anticipa all’AGI di aver scommesso adesso su un altro esordiente.
Di chi si tratta stavolta?
Il mio mito sul web, Andrea Danese, 30 anni, che su Twitter e Instagram si firma “genny-ferlopez”. Darà vita a un thriller d’autore: è l’autore del progetto e lo sta scrivendo con Michele Pellegrinit. L’inizio delle riprese è previsto per la primavera del prossimo anno, lo produciamo con Rai Cinema, che anche stavolta ha dimostrato la sua sensibilità verso i nuovi autori”..
Cosa l’ha colpita di genny-ferlopez?
“Regista di arti visive e scrittore, sui social è famoso soprattutto per le sue parodie stranianti in cui accosta con grande effetto comico mondi e situazioni molto lontane tra loro. Mi ha conquistato quella sul premier Giuseppe Conte, con la scena clou di ‘Joker’ quella del protagonista che ospite nello studio tv spara in diretta al conduttore, doppiata con la voce del premier e del suo ormai iconico passaggio“Questo governo non lavora col favore delle tenebre” di una delle conferenze stampa del lockdown. Dei video di Danese mi colpisce soprattutto la carica ironica sempre mixata a una vena malinconica. Ma prima di decidermi a chiamarlo ho dovuto vincere la mia resistenza a convogliare nel cinema una star del web, non ho mai creduto tanto alla commistione tra territori diversi. La spinta a contattarlo, vincendo il mio scetticismo me l’ha data la mia compagna Francesca, totalmente estranea all’industria del cinema e ho scoperto un vero personaggio.
Racconti
Napoletano che vive tra l’isola del Giglio e Parigi, nel capoluogo francese ha fondato uno studio dove si occupa di brand content per grandi marchi come Roger Vivier e Aspesi con video dove ha diretto star come Susan Sarandon e Catherine Deneuve. E’ un artista dallo sguardo internazionale molto contemporaneo e dotato di una fortissima ironia a cui era molto piaciuto, mi ha detto subito, il percorso di Fabio e Damiano D’Innocenzo.
Qualcosa in più del film si può sapere?
E’ ancora top secret, sarà un thriller che indaga l’animo umano riflettendo sulla contemporaneità e in cui ci sarà anche la vena ironica dell’autore. Nelle nostre chiacchierate mi ha fatto notare come i primi ventenni dei secoli siano sempre molto cruciali…
In attesa di Genny-Ferlopez quali sono gli altri vostri progetti?
“I nostri set ripartiranno a settembre, purtroppo senza assicurazione contro la pandemia…. Con il set di Sergio Rubini, regista del film ancora senza titolo sui tre fratelli De Filippo, tra Campania e Puglia per sette settimane e ‘Coza nostra’altra opera prima, del regista Giovanni Dota, commedia seguita da mia sorella Maria Grazia che verrà girata in Sicilia. Adesso però il grande problema è quello relativo all’assicurazione, non prevista per l’interruzione da Covid. I set sono assicurati su vita e salute dei vari attori, i protocolli prevedono combinati disposti di test seriologici e tamponi a risposta rapida, ma se le riprese dovessero fermarsi la batosta economica sarebbe pesante e ricadrebbe non solo sui produttori indipendenti come noi ma anche su tutta la filiera cinematografica. E se il rischio per riprese di 7-8 settimane è relativo, cresce invece per i set che ne prevedono ventiquattro, tant’è che molti stanno aspettando l’inizio del nuovo anno”.
A fine lockdown lei aveva proposto un fondo di garanzia misto partecipato dallo Stato e da produttori, broadcaster e distributori…
I cugini francesi circa venti giorni fa lo hanno adottato e sono ripartiti con più tranquillità. All’idea però non ho rinunciato: sarebbe uno strumento fondamentale in caso di una seconda malaugurata ondata, gran parte dei colleghi sono d’accordo e darebbe tranquillità anche alle assicurazioni che potrebbero tornare così a garantire i set anche contro la pandemia (una voce prevista prima del coronavirus ndr). Oggi intanto la partita si gioca sulle infrastrutture e dovremmo puntare sul Sud, territorio solo sfiorato dal coronavirus per realizzare studios, teatri di posa e corsi di formazione per realizzare una nuova Hollywood italica”.
Che scenari prevede per il cinema post covid?
“Il Covid-19 è un acceleratore di cambiamenti già in corso. Preservando la centralità della sala, tv e streaming (dove con le sale chiuse, ha debuttato ‘Favolacce’) avranno un ruolo sempre più crescente: il mercato sta cambiando radicalmente, durante la crisi Covid-19 Netflix ha avuto un + 48 per cento in borsa e Disney plus in cinque mesi ha raccolto 50 milioni di abbonamenti nel mondo, una cifra che pensava di raggiungere in 5 anni”.
Adesso poi c’è il trasloco di Tinni Andreatta dalla Rai a Netflix…
“Da imprenditore ne sono contento, significa che il mercato vuole fare sul serio rispetto ai contenuti generalisti.La Rai ha perso una professionalità di punta, che ha una grande visione nel racconto del paese, ma sono certo che ci siano all’interno dell’azienda altri manager all’altezza”.