(AGI) - Roma, 10 mar. - Produttori, trasformatori e organizzazioni agricole insieme per la prima volta per raccontare al consumatore il "latte made in Lazio", un'eccellenza agroalimentare del territorio con le sue qualita'.
Al via un sito web e una campagna di comunicazione su tutta la regione E' il senso dell'accordo presentato in Regione Lazio che lancia il progetto "Filiera del latte del Lazio", piano ambizioso che si propone di promuovere la qualificazione della filiera regionale del latte, l'importanza del suo apporto nutrizionale come alimento e la valorizzazione del territorio, del paesaggio agrario e delle particolari competenze produttive che caratterizzano questo settore agroalimentare.
L'intesa, con il patrocinio della Regione Lazio, e' stata firmato da quattro dei piu' importanti stabilimenti di trasformazione del latte della regione (Centrale del Latte di Roma, Fattoria Latte Sano, Ipa Latte di Nepi, Centrale del Latte di Rieti), dalle principali Cooperative di raccolta latte, in rappresentanza di circa 450 aziende agricole, dalle maggiori Organizzazioni professionali agricole regionali (Cia - Agricoltori Italiani Lazio, Coldiretti Lazio, Confagricoltura Lazio) e da Unindustria Lazio, in qualita' di soggetto promotore che per primo lo scorso anno ha ipotizzato una risposta di filiera alle criticita' del settore, istituendo un apposito gruppo di lavoro.
"La valorizzazione del latte fresco e' essenziale per garantire un futuro al sistema della zootecnia del Lazio" - ha spiegato l'assessore all'Agricoltura, Carlo Hausmann - "Gli strumenti scelti dall'accordo di filiera lattiero-casearia sono molto importanti, sia per costruire delle solide basi di educazione alimentare, facendo recuperare alla produzione del latte di qualita' un giusto spazio di mercato, sia per rafforzare il legame tra i territori e il prodotto latte attraverso la creazione della "Strada del latte e dei formaggi" permanente nel Lazio. Grazie a questo accordo, inoltre, si arricchisce l'importanza delle fattorie didattiche che potranno proporre ai consumatori non soltanto visite aziendali, ma veri e propri momenti di educazione alla conoscenza del latte e all'importanza della qualita' e tracciabilita' del prodotto". Complessivamente gli operatori che a oggi sostengono l'iniziativa rappresentano la produzione di circa il 60% del latte bovino del Lazio, ossia 180 milioni di litri/anno forniti da 50 mila capi di allevamento".
Il progetto di filiera impegna le aziende agricole partecipanti al rispetto rigoroso dei requisiti sanitari per la produzione del latte crudo, cosi' come delle norme sul benessere animale, e disciplina l'introduzione di riferimenti territoriali in etichetta da parte delle industrie della trasformazione, sia per il latte fresco convenzionale, di alta qualita' e biologico a proprio marchio, sia sui prodotti caseari e derivati del latte.
"Oggi e' una bella giornata per la filiera del latte ed e' un esempio importante di quello che l'associazione puo' fare di buono per questo importante settore della nostra Regione - ha commentato Micaela Pallini Presidente Sezione Alimentare di Unindustria - Essere promotori di un'iniziativa cosi' importante che tiene insieme i trasformatori ed i produttori del latte, l'industria e l'agricoltura al fianco delle Istituzioni del territorio, e' stato un cambiamento di approccio fondamentale, una concreta rinuncia a sterili personalismi a favore di un interesse reale di filiera".
"Se siamo qui e' perche' lo scorso anno Unindustria e Confagricoltura Lazio hanno scelto di tracciare un percorso che mettesse il latte fresco prodotto nel Lazio al centro di una strategia di difesa e di rilancio - ha proseguito Micaela Pallini - Il Lazio e' il quarto produttore industriale di latte del Paese, con il 3 % della produzione nazionale, ma soprattutto rappresenta oltre il 10% del mercato del latte fresco nazionale per la presenza di grandi bacini di consumo ed altrettanti bacini di produzione. Una risorsa per l'intera economia regionale, che come tale, non puo' non essere tutelata. L'accordo siglato oggi - conclude Pallini - con la Regione, le organizzazioni regionali di Coldiretti e Cia, oltre naturalmente ad Unindustria e Confagricoltura, le principali aziende della trasformazione, le cooperative di raccolta ed i produttori diretti, ha come obiettivo quello di sostenere il prodotto attraverso un'iniziativa di filiera". (AGI)