(AGI) - Pescara, 30 set. - I sindacati abruzzesi del settore bancario intervengono, anche lanciando un appello alla Regione, sulla cessione delle cosiddette Good Bank, e cioe' Nuova Carichieti Spa, Nuova Banca delle Marche Spa, Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio Spa e la Nuova Carife Spa. Nelle ultime ore si e' appreso di un rinvio, rispetto alla scadenza iniziale prevista per oggi, e i rappresentanti dei lavoratori ne hanno approfittato per rilanciare in conferenza stampa le loro richieste, in particolare per quanto riguarda la Carichieti, sottolineando che le "parole chiave devono essere occupazione, sviluppo del territorio e risparmio, che va legato alla parola fiducia", come ha detto Francesco Trivelli (Fisac Cgil) registrando "l'assenza della politica che, purtroppo, non ha detto granche'", nonostante il credito sia "un volano dello sviluppo". La preoccupazione dei sindacati nasce dal fatto che "questa vicenda viene gestita in maniera secretata e forse si sapra' tutto a cose fatte", ha sottolineato Claudio Bellini (First Cisl) che ha auspicato il "mantenimento dello spirito di banca locale della Carichieti". Da Francesco Di Domizio (Unisin) e' partita la richiesta che "si sappia velocemente come va a finire e di che morte moriremo. L'incertezza sul futuro, ha fatto notare, pesa sui colleghi, sul territorio e sulla clientela". E' auspicabile, per Alessandro Roselli (Uilca) "che si arrivi alla definizione della trattativa, preferibilmente con una controparte nazionale del nord ben patrimonializzata, con un network distributivo che non sia in sovrapposizione con la struttura Carichieti e rispettando le dimensioni occupazionali. Qualunque sia la controparte, si tenga conto dei sacrifici gia' fatti". In questo quadro e' "quanto mai necessario l'Osservatorio del credito che la Regione si era impegnata ad aprire" e proprio alla Regione si chiede di individuare "in house una unica controparte istituzionale" per le nuove realta' bancarie che si andranno a definire. Antonella Sboro (Fabi) si e' augurata che "si arrivi velocemente ad una soluzione anche perche' va garantita la serenita' dei lavoratori", e che "l'occupazione tenga nel tempo". Sulla questione sono intervenuti anche i segretari regionali della triplice. Sandro Del Fattore (Cgil) ha osservato che si pongono i temi della "difesa dell'occupazione, della difesa del risparmio e dello sviluppo del territorio" mentre Maurizio Spina (Cisl) ha parlato della necessita' che "cambino i metodi di gestione che hanno portato la Carichieti a questo punto. La Regione, per Spina, deve cercare un confronto per garantire che non ci siano ripercussioni negative sul territorio, nella cessione. In Abruzzo, ha aggiunto, serve un credito che funzioni, a supporto delle imprese piccole e piccolissime, se si vuole uscire dalla crisi e se si vuole che partecipino ai bandi della prossima programmazione". Sempre alla Regione la Cisl chiede che "vengano rifinanziati solo i Confidi che hanno lavorato e di riportare in house la Fira". "Nella migliore delle ipotesi, ha commentato invece Roberto Campo (Cisl), usciremo da questa vicenda con delle teste extraregionali per cui non e' piu' ammissibile non avere una strutturazione regionale che abbia una interlocuzione con le banche". Alle considerazioni dei sindacalisti regionali si uniscono quelle dei sindacalisti nazionali. Giovanna Tripodi (Fisac Cgil) invita alla "prudenza finche' la partita non sara' chiusa" ma nello stesso tempo lancia un appello alle istituzioni locali: "non vanno ripetute le commistioni del passato e si dovra' chiedere conto di cosa intendono fare nel territorio e dei livelli occupazionali i soggetti che compreranno". (AGI)
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