(AGI) - L'Aquila, 22 gen. - I giudice della Corte d'Assised'Appello, che oggi stanno affrontando a L'Aquila il processobis sull'omicidio dell'ultra' pescarese Domenico Rigante, hannoaccolto la richiesta della difesa di ascoltare Mimmo Nobile, uno dei capi del tifo organizzato biancazzurroattualmente detenuto. Dal carcere ha scritto una lettera nellaquale prende una posizione diametralmente opposta a quellafornita nell'immediatezza dei fatti e nei giorni a seguire ildelitto. Una difesa a sorpresa del principale protagonistadella spedizione punitiva di quel terribile primo maggio del2102 in via Polacchi a Pescara. In sostanza Nobile, che sara'ascoltato nella tarda mattinata, si schiera inaspettatamente infavore di Massimo Ciarelli condannato il 3 febbraio scorso dalgup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sandrea a 30 anni direclusione per omicidio volontario premeditato. Fu lui asparare un colpo di revolver al giovane Domenico Rigante soprail gluteo - colpo poi rivelatosi fatale - ma si e' sempredifesa parlando di "una disgrazia". I legali dell'imputatotendono a far derubricare il reato al finie di ottenere lapreterintenzionalita'. In primo grado, con il rito abbreviato,oltre al rom Massimo Ciarelli, erano stati condannati a 19 annie 4 mesi di reclusione per omicidio volontario anche DomenicoCiarelli, nipote di Massimo, e i cugini Luigi, Antonio e AngeloCiarelli che quella sera accompagnarono il principale imputatonella spedizione punitiva avvenuta nell'appartamento al pianterreno di via Polacchi dove viveva la vittima. Il moventedell'omicidio sarebbe maturato dopo un'onta subita la seraprima da Massimo Ciarelli in corso Manthone' dove il rom fumalmenato dal fratello di Domenico, Antonio Rigante, al puntoda dirgli, come ricostrui' l'accusa, "io ti sparo in testa". Eproprio sulla volonta' o meno di uccidere che oggi si gioca lapartita finale tra accusa e difesa. Le indagini sull'omicidioerano state condotte dalla Squadra Mobile di Pescara diretta daPierfrancesco Muriana. (AGI)Ett