Aggiornato alle ore 10,00 del 12 agosto 2019.
"Cambiamo la legge elettorale, il Rosatellum è sbagliato, e togliamo il boccino dalle mani di Salvini": lo afferma in una intervista a La Repubblica l'ex presidente del Senato Pietro Grasso, oggi esponente di Leu. Sta facendo "decisamente" passi avanti il 'lodo Grasso' per far cadere Conte senza passare da una sfiducia, "anche se senza l'adesione di Forza Italia i passaggi a questo punto dovranno essere questi: comunicazioni di Conte in Senato e, prima del voto, dimissioni presentate al Quirinale in modo da rendere possibile un nuovo governo. È l'unica soluzione che lascia aperti tutti gli scenari possibili sulle elezioni, ma di certo ottiene un risultato fondamentale: togliere a Salvini lo scettro della crisi e restituirlo alle mani di Conte e, soprattutto, di Mattarella, arbitro e garante di tutti e non giocatore della partita elettorale".
"A forza di girare per le spiagge, Salvini rischia di finire spiaggiato. È stato molto interessante leggere gli articoli di stamattina in merito alla riunione dei capigruppo che si terrà oggi pomeriggio in Senato. Se Cinque Stelle, Pd e Misto sono scaltri, Salvini non potrà vincere questa partita e umiliare il Parlamento col suo 17% di voti". Ha poi aggiunto Grasso in un post su Facebook.
"Partiamo dalle certezze: Salvini vorrebbe votare la mozione di sfiducia prima di ferragosto, gli altri intorno al 20, per dare modo a tutte le senatrici e i senatori di poter partecipare ad un voto così importante. Con ogni probabilità a prevalere in quella riunione sarà la data del 20, ma siccome non ci sarà unanimità potrebbe essere convocata l'Aula per domani in modo che si voti sul calendario, magari sfruttando le possibili assenze e provando a "ribaltare" il risultato ottenuto in capigruppo".
Conclude Grasso: "Come evitare il "blitz salviniano" sul calendario, un ulteriore sfregio al Parlamento? È abbastanza semplice, partendo da un semplice calcolo matematico: Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia in Senato NON hanno la maggioranza di 161 voti necessaria per imporre nulla. Basterà contarsi prima: se i senatori di centrodestra sono meno degli altri si potrà votare il calendario in Aula, e fissare la discussione per il 20 agosto (o il 21, o il 22...). Se invece sono di più, semplicemente se gli altri non entreranno in Aula il centrodestra non avrà mai il numero legale per il blitz, e saranno costretti a rimandare di giorno in giorno l'Assemblea. In questo modo Salvini, ogni giorno più nervoso e contestato, capirà che il Parlamento non è a sua disposizione, per ora".