"I processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori" della strage alla stazione di Bologna, "delineando la matrice neofascista dell’attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità e gravissimi depistaggi. Ancora restano zone d’ombra da illuminare". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 38esimo anniversario dell'attentato. "L’impegno e la dedizione di magistrati e servitori dello Stato - ha aggiunto - hanno consentito di ottenere risultati che non esauriscono ma incoraggiano l’incalzante domanda di verità e giustizia. L’azione generosa che l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage ha svolto negli anni, e continua a svolgere, costituisce una preziosa energia che riesce a propagarsi nella società e nelle istituzioni".
"Bologna e l’Italia seppero reagire", ha continuato, "mostrando anzitutto quei principi di solidarietà radicati nella nostra storia. Il popolo italiano seppe unire le forze contro la barbarie. Di fronte alle minacce più gravi, le risorse sane e vitali del Paese sono sempre state capaci di riconoscere il bene comune: questa lezione non va dimenticata".
"C'è un obbligo morale prima ancora che politico che ci guida: giungere ad una verità certa, libera da zone grigie e sospetti. Questo è l'unico vero modo di onorare le vittime e realizzare le legittime e sacrosante richieste dei loro familiari". Ha fatto eco il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. "Ci sono ancora troppi lati oscuri, zone d'ombra che riguardano lo stesso Stato messo sotto attacco. Ce lo dicono - ha spiegato - le sentenze che hanno accertato depistaggi per impedire verità inconfessabili. È ora di dire basta".