Carlo Cottarelli è intervenuto in mattinata durante la trasmissione radiofonica “6 su Radio 1” dove ha parlato dei giorni che lo hanno visto premier incaricato, fino alla risoluzione di ieri, quando è uscito di scena tra gli applausi inconsueti della Sala stampa del Quirinale lasciando spazio ad un governo politico che ha definito “la migliore soluzione possibile per il Paese”. Cottarelli, di cui molti oggi sottolineano il garbo e l'eleganza da protagonista scomodo della crisi istituzionale, precisa che a lui non è stato proposto di fare il ministro del prossimo governo Lega-M5s, e che, “anche qualora me lo avessero chiesto non avrei accettato”. E sul governo che sarà precisa:
Ci sono parti del programma che vanno benissimo come quelle relative alla lotta all'evasione fiscale e quella contro la corruzione. Quello che non mi piace è l'idea che per far crescere di più l'Italia bisogna fare necessariamente più deficit. Credo per un Paese con il nostro debito pubblico sia troppo rischioso
Ha aggiunto poi Cottarelli:
Credo che i rappresentanti del nuovo governo debbano essere molti attenti non solo a quello che faranno ma sopratutto a quello che diranno. Soprattutto per quanto riguarda il ruolo dell'Italia in Europa
Il motivo è che:
Siamo molto fragili. Dobbiamo muoverci per costruire un'economia più robusta e capace di far fronte ad attacchi esterni. Come, ad esempio, quello che sta accadendo con i dazi.
E sul suo futuro conclude:
Cosa farò ora? Tornerò a dirigere l'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica, ruolo per cui sono tornato in Italia, e a insegnare all'Università Bocconi. E continuerò a sensibilizzare su alcuni temi come la spesa pubblica