Fu il primo sindaco di Bologna del dopoguerra a non provenire dalle file del Pci, un'impresa della quale parlò pure il New York Times. Tanto è bastato per far entrare nella storia politica italiana Giorgio Guazzaloca, morto questo mercoledì a 73 anni nella città che aveva amministrato dal 1999 al 2004, dopo aver battuto al ballottaggio, con una lista civica sostenuta dal centrodestra, la candidata dei Ds, Silvia Bartolini. "Il Guazza", come lo chiamavano tutti, si era poi candidato per un secondo mandato, venendo sconfitto dall'ex leader della Cgil Sergio Cofferati, che ora è tra le tante voci a unirsi al cordoglio bipartisan per la scomparsa di un bolognese Doc, amante della lettura e dai modi gentili, che da giovane aveva fatto il garzone per poi mettere su una macelleria di successo. A ricordarlo è anche il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, che fu al suo fianco come assessore al Bilancio.
Guazzaloca, ricorda Cofferati, portò la fascia tricolore "con efficacia e passione" e per questo verrò ricordato "non solo per aver incarnato la discontinuita' politica nella amministrazione della citta', ma anche per aver avviato alcuni cambiamenti importanti nell'economia e nelle infrastrutture cittadine".
Romano Prodi ne rimembra "la grande passione, intelligenza e lo straordinario senso ironico". Un altro politico bolognese doc, Pierferdinando Casini, afferma che "se ne va una parte di noi e di Bologna".
"Giorgio Guazzaloca voleva bene a Bologna e Bologna gli ha voluto bene", è invece il pensiero dell'attuale primo cittadino della città delle due torri, Virginio Merola, secondo il quale la discontinuità politica rappresentata dalla sue elezione, un autentico shock per la sinistra, "ha fatto bene alla vita democratica della nostra città".