AGI - La regione di Jabal Nafusa, arroccata su un vasto altopiano a sud-ovest di Tripoli, è oggi al centro di una sfida strategica fondamentale: la sicurezza idrica. In quest'area, caratterizzata da scarsità di risorse e da una vulnerabilità climatica in continua crescita, l'accesso sostenibile all'acqua è un fattore essenziale per la stabilità sociale ed economica. È in questo contesto che l'Italia, in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), sta intraprendendo un'azione per modernizzare le infrastrutture idriche della regione.
Ieri, l'Ambasciatore italiano in Libia, Gianluca Alberini, ha inaugurato diverse strutture chiave a Yefren: impianti di trattamento delle acque e nuove stazioni di pompaggio progettate per garantire un approvvigionamento idrico più sicuro e costante per le comunità locali.
Situata a circa 130 chilometri da Tripoli, Yefren occupa una posizione cruciale nel Jabal Nafusa, una regione berbera i cui abitanti tradizionalmente fanno affidamento sui pozzi locali e, sempre più spesso, a causa di prolungate siccità, sulla fornitura di acqua tramite autocisterne.
L'iniziativa, annunciata dall'Ambasciata d'Italia e sostenuta da un finanziamento complessivo di circa 3 milioni di euro, rientra nel programma "Water Security" dell'UNDP. La cerimonia di inaugurazione si è svolta alla presenza di Sophie Kemkhadze, Rappresentante Residente dell'UNDP in Libia, a sottolineare l'importanza che le Nazioni Unite attribuiscono al rafforzamento delle infrastrutture idriche nelle aree vulnerabili.
Secondo quanto riportato, la delegazione italiana, che comprendeva anche il Vice-Ambasciatore Riccardo Villa, ha effettuato una visita approfondita di diverse strutture riabilitate nell'ambito del progetto. L'Ambasciatore Alberini ha visitato la stazione di pompaggio di Awlad Yehya e l'impianto di trattamento delle acque di Tqerbost, entrambi recentemente riattivati. Ha inoltre visitato un centro femminile dedicato alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla gestione sostenibile delle risorse idriche, una componente chiave del progetto volto a coinvolgere attivamente la società civile.
Oltre alla modernizzazione delle infrastrutture, il programma mira a rafforzare la resilienza delle comunità montane agli effetti combinati di siccità e desertificazione. Promuove la gestione integrata delle risorse idriche, basata su piani comunali, consultazioni comunitarie e una maggiore partecipazione di donne e giovani. Questi giovani sono al centro di attività di formazione progettate per garantire il loro coinvolgimento a lungo termine nei processi decisionali locali relativi alle risorse idriche.
I risultati raggiunti a Yefren costituiranno ora un modello replicabile per altri comuni di Jabal Nafusa. Il nuovo finanziamento italiano consentirà l'espansione delle attività previste nell'Output 3 del programma, tra cui la pianificazione locale, la riabilitazione delle infrastrutture essenziali e il proseguimento delle iniziative partecipative. Questo approccio inclusivo, già sperimentato a Yefren, mira a consolidare una governance idrica in grado di rispondere alle sfide di una regione che si trova ad affrontare crescenti pressioni ambientali. A dimostrazione dell'impatto tangibile del progetto, l'UNDP ha annunciato l'entrata in funzione ufficiale della stazione di pompaggio di Awlad Yehya, ora operativa dopo la riabilitazione grazie al supporto di Italia e Danimarca. L'impianto serve oltre 30.000 residenti, metà dei quali donne, distribuiti in otto località. Grazie a questa azione congiunta, Yefren e l'intera Jabal Nafusa si stanno muovendo verso una gestione più sostenibile ed equa di una risorsa tanto vitale quanto fragile: l'acqua.