AGI - Italia e Turchia hanno firmato un nuovo documento operativo volto a rafforzare la cooperazione, in particolare nella lotta all'immigrazione irregolare. L'accordo è stato firmato ieri dal Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e dal suo omologo turco, Hakan Fidan, durante una visita a Roma. Nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Farnesina, Tajani ha spiegato che questo accordo, la cui fase operativa inizierà tra due settimane, "sarà di grande importanza nel Mediterraneo, e in particolare in Libia", un Paese di transito chiave per migliaia di migranti che ogni anno tentano di raggiungere l'Europa via mare. "Si tratta di un'azione concreta del governo, anche nella lotta al narcotraffico e al terrorismo", ha aggiunto il Ministro italiano.
Fidan, sottolineando che gli sforzi congiunti con l'Italia in materia di immigrazione proseguiranno, ha osservato che, grazie in particolare alla Turchia, la pressione sulla rotta migratoria del Mediterraneo orientale ha registrato una "significativa diminuzione". L'Italia è già parte di un accordo concluso nel 2016 a livello UE con la Turchia in materia di immigrazione irregolare. Nel documento firmato ieri, Tajani e Fidan affermano che la sicurezza "è indivisibile e richiede una cooperazione globale". A tal proposito, hanno concordato di "intensificare la cooperazione in materia di sicurezza contro ogni forma di criminalità organizzata, traffico di migranti, tratta di esseri umani e traffico di droga, nonché contro tutte le attività legate al terrorismo". Tale cooperazione, specifica il documento, "includerà una gestione rigorosa e rapida delle richieste di espulsione, estradizione e congelamento dei beni, in conformità con i trattati internazionali applicabili e i principi fondamentali delle rispettive legislazioni nazionali, nonché il divieto di qualsiasi attività di finanziamento e reclutamento da parte di organizzazioni o individui coinvolti in tali attività criminali".
Per contribuire alla lotta all'immigrazione irregolare, le parti hanno deciso di rafforzare la cooperazione con altri attori internazionali pertinenti, ove necessario, e di coordinarsi in conformità con gli standard internazionali. I ministri incoraggiano inoltre l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a rafforzare la loro assistenza ai Paesi che accolgono i rifugiati, con l'obiettivo di sostenere i rimpatri volontari, migliorare le condizioni di vita e favorire il reinserimento nei Paesi di origine attraverso progetti specifici.
Italia e Turchia stanno inoltre valutando "la possibilità di fornire formazione alle forze dell'ordine dei Paesi richiedenti sulla criminalità organizzata legata al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani, sulla gestione delle indagini relative a tali reati, sull'analisi dei rischi e sull'identificazione delle rotte migratorie". I due Paesi, si legge nel documento, "stanno valutando modalità per rafforzare la cooperazione tra le rispettive forze di polizia, in particolare per promuovere una maggiore collaborazione nelle indagini relative alla lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di migranti e alle reti di tratta di esseri umani, sulla base dei quadri bilaterali esistenti". I due Paesi intendono quindi esplorare modalità "per migliorare lo scambio di informazioni tra le rispettive guardie costiere (inclusa, per l'Italia, la Guardia di Finanza) al fine di prevenire e contrastare le partenze irregolari".
Nello spirito della Conferenza Internazionale su Migrazione e Sviluppo, che si terrà a Roma nel luglio 2023, Turchia e Italia hanno concordato di tenere consultazioni regolari, con particolare attenzione alle questioni di sicurezza, alle migliori pratiche nella gestione dei flussi migratori e ad altre sfide comuni. Allo stesso tempo, si legge nel documento operativo, i due Paesi "continueranno a mantenere un dialogo costante nel quadro della cooperazione UE-Turchia, valutando le modalità per promuovere l'aggiornamento dell'Unione Doganale e il processo di liberalizzazione dei visti".