Congedo parentale? In Italia in pochi fanno come Alessandro Di Battista

sonia montrella

Nonostante fosse l'evento più atteso del calendario grillino, Alessandro Di Battista ha scelto di non essere sul palco di Rimini sabato scorso, per essere presente a un appuntamento per lui più importante: la nascita di suo figlio Andrea. Un'assenza giustificata che ha trasformato l'esponente 5 Stelle nel politico in "congedo parentale". Almeno per il momento.

Ma quanti sono in Italia i papà che godono del permesso parentale, che lo chiedono per stare vicino ai figli appena nati e alle mogli nelle prime settimane/mesi del nuovo/nuova arrivato? Secondo l'Ocse molto pochi. In genere, riporta il Sole 24 Ore, i neo papà italiani prendono un paio di giorni di congedo di paternità dopo la nascita, ma non usufruiscono del diritto a un congedo parentale più lungo. Calcolatrice alla mano, lo fa solo uno su cinque. L’Italia è tra le nazioni collocate più in basso alla classifica, mentre si arriva fino al 40% e oltre in alcuni Paesi nordici e in Portogallo, e la media è in aumento in tutti i Paesi Ocse.

Italia fanalino di coda in Europa

Gran parte dei Paesi concede ai papà da una a due settimane da trascorrere con i bebè, scrive il Secolo XIX. "In Italia il pur già risicato congedo si dimezza: restano i due giorni obbligatori, cioè che spettano solo al papà, se ne vanno invece i due facoltativi, da usare in alternativa a quelli di maternità. Dopo aver fatto un passo indietro, se ne fa mezzo in avanti: dal 2018 saranno quattro obbligatori, più uno facoltativo. Poca cosa se paragonata alle nove settimane dei padri finlandesi, alle tredici degli islandesi, alle cinque dei portoghesi e alle dieci degli sloveni, con i primi venti giorni pagati al cento per cento".

Il congedo a ore

Il recente Jobs act in vigore dal 25 giugno 2015 ha stabilito che è possibile fruire del congedo parentale ad ore, anziché a giorni (tale possibilità era già stata introdotta dalla legge di Stabilità del 2013 – L. 228/2012 – ove la contrattazione collettiva lo avesse previsto). La norma pone però un limite alla fruizione oraria: il genitore non può assentarsi per un numero di ore giornaliero superiore alla metà del suo orario medio giornaliero di servizio e non può unire alle ore di congedo parentale altre ore di permesso legate alla maternità.

No all'alternanza con la maternità

Per il Secolo, pa per scardinare la convinzione che nei primi mesi di vita un bambino ha bisogno solo della mamma, è importante che i giorni di permesso siano prerogativa esclusiva del padre, senza prevedere la possibilità di alternarli al congedo di maternità. Lo dicono con chiarezza i dati raccolti dall’Inps: lo scorso anno i giorni obbligatori sono stati chiesti da oltre 80mila persone, quelli facoltativi da poco più di 8mila. La proporzione resta in tutti gli anni della sperimentazione: nel 2015, 70mila contro 9mila; nel 2014, 67mila contro 8mila.

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