(AGI/AFP) - Pau (Francia), 25 giu. - In Francia una nuovasentenza, la seconda in neppure 24 ore, potrebbe orientarel'ordinamento giuridico in senso piu' favorevole all'eutanasia.La Corte d'Assise di Pau, capoluogo dei Pirenei Atlantici, ha"assolto da tutte le imputazioni" Nicolas Bonnemaison, medicodi 53 anni, accusato di aver volontariamente avvelenato settepazienti fra il marzo 2010 e il luglio 2011. Le vittime eranotutte in eta' avanzata e malati terminali e Bonnemaison,scoperto e denunciato da alcuni infermieri, era statolicenziato dal suo posto nel pronto soccorso dell'ospedale diBayonne. La nuova sentenza fa seguito a quella con cui martedi'il Consiglio di Stato francese aveva disposto l'interruzionedelle terapie che tenevano artificialmente in vita dal 2008 il38enne tetraplegico Vincent Lambert, ridotto da un gravissimoincidente stradale in stato semi-vegetativo irreversibile:decisione, quest'ultima, peraltro immediatamente bloccata dallaCorte Europea per i Diritti dell'Uomo di Strasburgo, cui sisono rivolti il padre, la madre, un fratello e una sorella diLambert, cattolici ultra-convinti, ottenendone l'ordine disospensione nelle more di un approfondimento istruttorio. A Paula decisione che ha mandato assolto Bonnemaison e' stataaccolta con sollievo dall'interessato che, sopraffattodall'emozione, non e' riuscito a profferire parola: si e'limitato a sorridere e a stringere forte la mano di uno deipropri difensori, Benoit Ducos-Ader. "Qui non ci sono eroi enon ci sono martiri", ha commentato dal canto propriol'avvocato. "Questa e' una sentenza enorme". Applausiscroscianti dall'aula gremita di folla, che ha sempre seguitocon passione e partecipazione il processo, iniziato l'11 giugnoscorso. La stessa pubblica accusa nelle argomentazioni finaliaveva assunto un atteggiamento benevolo nei confronti del'medico pietoso' per il quale, anziche' l'ergastolo, si eralimitata a chiedere una condanna quasi simbolica a cinque annidi carcere, per di piu' con la condizionale. "Lei non e' unassassino ne' un avvelenatore nel senso comune che siattribuisce a termini del genere", aveva riconosciuto il pmMarc Mariee. "Lei ha agito da medico, ma e' da medico che hasbagliato". Lo stesso imputato non si e' mai sottratto alle sueresponsabilita', riconoscendo di aver somministratosistematicamente forti dose di potenti anestetici ai pazientiaffidati alle sue cure, cinque donne e due uomini, ma soloperche' cio' rientrava nel "dovere di un medico di accompagnareil malato fino alla fine", risparmiandogli sofferenze inutili.Molti parenti delle vittime durante il dibattimento, e persinorima, si sono schierati apertamente dalla parte di Bonnemaison,cui nondimeno e' stato finora proibito d'incontrarli: ma, "sevogliono parla con me", ha mormorato, "io sono sempre a lorodisposizione". Soddisfatto anche Jean Leonetti, il deputatoconservatore promotore a suo tempo della legge sul fine vita,che ne porta il nome, vigente dal 2005: "Nessuno ha voglia divedere il dottor Bonnemaison in prigione", aveva dichiaratoieri Leonetti, che in udienza era stato sentito come testimonee che si era espresso a sostegno dell'accusato, al pari delresto del socialista Bernard Kouchner, ex ministro dellaSanita' francese. L'attuale normativa, pur vietando l'eutanasiain senso stretto, e' nella sostanza contraria all'accanimentoterapeutico. Come ha chiosato lo stesso Leonetti, adesso pero'ci sono "domande da porsi". (AGI).