AGI - Oggi, le aziende e le organizzazioni sono alle prese con una trasformazione digitale che non può più essere ignorata, ma che deve – al contrario – essere gestita e ben indirizzata, affinché possa esprimere tutto il suo potenziale positivo. Ed è per questo motivo che il concetto di Sostenibilità Digitale deve e dovrà essere sempre più centrale nelle loro strategie e operatività quotidiana.
Ad aiutarle in questo percorso, già dal 2023, c’è uno strumento molto importante come la Prassi di Riferimento UNI sulla Sostenibilità Digitale: il documento, realizzato dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale, che definisce i requisiti e gli indicatori di prestazione (KPI) che i progetti e i processi di trasformazione digitale devono avere per essere considerati coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) di Agenda 2030. A distanza di due anni, il documento è stato aggiornato – qui la UNI/PdR 147:2025 – sulla base delle esigenze e delle aspettative delle organizzazioni che, sin da subito, hanno scelto di applicarlo nei propri progetti. E, proprio questo pomeriggio, la versione “rinnovata” della Prassi è stata presentata al pubblico, insieme ai principali esperti che hanno partecipato alla sua realizzazione, nel corso di un webinar dedicato.
Parole chiave: semplificazione e omogeneità
“La prima versione della PdR 147 è del 2023. Dopo due anni di utilizzo sul campo è emersa una cosa molto semplice: serviva farla ‘funzionare meglio’ per chi la usa davvero nei progetti”, ha spiegato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Le organizzazioni ci hanno chiesto soprattutto semplificazione e omogeneità. Per questo la revisione 2025 introduce una metrica unica a cinque livelli, ispirata ai livelli di maturità del Capability Maturity Model: la stessa scala per tutti i KPI, così la misurazione diventa comparabile nel tempo e tra progetti”.
Per questa revisione, il gruppo di lavoro si è anzitutto impegnato in una revisione dei contenuti: eliminati i KPI difficili da applicare, riclassificati quelli esistenti e rafforzati gli aspetti che più mancavano nella pratica quotidiana, come gli impatti organizzativi, i KPI di processo e quelli di procurement. Tutto questo, allo scopo di spostare il focus dalla sola tecnologia alla governance dei processi di trasformazione. “Nei primi due anni di applicazione della Prassi abbiamo raccolto molte indicazioni utili per rendere più facile e conveniente la sua applicazione: è stato quindi naturale ripensare anche agli indicatori”, ha commentato Salvatore Marras, Responsabile Public Sector della Fondazione e Direttore del Progetto. “Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza degli utenti e con un sondaggio abbiamo rilevato quelli più impegnativi e i suggerimenti per migliorarli. Tra le criticità c’era anche la misurazione, che variava da un KPI all’altro, e abbiamo trovato utile adottare una metodologia più omogenea ispirandoci al Capability Maturity Model”.
Le principali novità
Nel dettaglio, i 50 indicatori di performance individuati dalla Prassi – riferiti a 11 dei 17 SDGs di Agenda 2030 e articolati in 23 obiettivi operativi – nascono da un’analisi nei diversi ambiti (architetture, infrastrutture e applicazioni) che caratterizzano le scelte sugli aspetti organizzativi e i criteri di sviluppo di progetto di trasformazione digitale. “La nuova versione della Prassi UNI/PdR 147 rappresenta uno strumento fondamentale per integrare in modo concreto la sostenibilità digitale nei processi operativi e decisionali aziendali”, ha sottolineato Giulia Parenti, Head of Digital Products di Plenitude. “In Plenitude, stiamo evolvendo il nostro modello di governance del portafoglio progetti IT e digital, con l’obiettivo di includere indicatori derivati dalla Prassi 147, utili a misurare l’impatto delle iniziative su temi chiave come energia pulita, innovazione e azione per il clima. Questo approccio ci consente di portare la sostenibilità digitale all’interno di un processo strategico aziendale”.
Tra le altre novità presentate ci sono poi l’inserimento di un principio di disclosure chiaro – risultati comunicati in modo trasparente, verificabile e accessibile – la connessione della Prassi a reportistica ESG, ESRS e ai criteri tecnici ambientali della EU Taxonomy, e l’introduzione di specifiche per la certificazione, sia delle organizzazioni sia degli esperti, per fornire garanzie di competenza e di conformità.
La Prassi si colloca pienamente nello scenario delineato dall’approccio europeo dell’Industria 5.0, che integra sostenibilità, resilienza e centralità dell’essere umano nella trasformazione digitale. E questo la rende una guida importante per tutte quelle organizzazioni che vogliono intraprendere un reale percorso di Sostenibilità Digitale.