AGI - Tutto come da copione: sull'ormai consumato palcoscenico di Mar-a-Lago Donald Trump si è presentato come il più strenuo sostenitore di Benjamin Netanyahu e ha lanciato moniti contro l'Iran e le sue ambizioni di riarmarsi e contro Hamas, che ha messo in guardia dal violare le disposizioni previste nel piano di pace per Gaza.
Dallo stesso podio da dove ventiquattr'ore prima aveva parlato con Volodymyr Zelensky, il presidente americano ha avvertito Teheran in modo inequivocabile: "Spero che non stiano tentando di riarmarsi, perché se lo facessero, non avremmo altra scelta che eliminare quel riarmo molto rapidamente", che si tratti di impianti nucleari o di missili balistici.
Disarmo di Hamas e tensioni con Israele
Trump ha anche minimizzato le notizie di tensioni con il primo ministro. Israele ha "rispettato il piano" per Gaza, ha affermato, aggiungendo di "non essere preoccupato per nulla di ciò che Israele fa". Poi ha puntato il dito contro Hamas e ha ribadito che il suo disarmo – uno dei punti della seconda fase del piano per Gaza – è necessario.
"Se non si disarmeranno come si sono impegnati a fare" ed "entro un tempo relativamente breve, pagheranno un prezzo elevato", ha minacciato. L'ala armata di Hamas, tuttavia, ha ribadito che "non rinuncerà" alle sue armi "finché l'occupazione continuerà".
L'incontro produttivo e l'onorificenza a Trump
Netanyahu, che ha descritto il suo incontro con il Presidente come "molto produttivo", ha approfittato della sua visita per conferire a Donald Trump la più alta onorificenza civile del Paese, una prima assoluta per un non israeliano. "Non abbiamo mai avuto un amico come il presidente Trump alla Casa Bianca", ha osservato. Israele "potrebbe non esistere" senza la leadership dimostrata da Benjamin Netanyahu dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, ha riconosciuto il presidente degli Stati Uniti.
L'incontro tra i due è stato il quinto negli Stati Uniti dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e prima di lui Netanyahu era stato a colloquio con il Segretario di Stato americano Marco Rubio e quello alla Difesa americano Pete Hegseth.
Stallo sul cessate il fuoco e la transizione a Gaza
Washington vuole accelerare il fragile accordo di cessate il fuoco in vigore da ottobre nella Striscia di Gaza. La transizione alla seconda fase, che include il disarmo di Hamas, il graduale ritiro dell'esercito israeliano da Gaza, l'istituzione di un'autorità di transizione e il dispiegamento di una forza internazionale di stabilizzazione nel territorio palestinese, è in stallo.
Secondo Axios, Washington intende annunciare la creazione di un governo palestinese di tecnocrati come autorità di transizione per Gaza già a gennaio, ma oggi Trump si è limitato a esprimere la speranza che la "ricostruzione" possa iniziare presto.
Il pericolo Iran e il programma missilistico balistico
Uno degli obiettivi del viaggio di Netanyahu era quello di sottolineare il "pericolo rappresentato dall'Iran" e dal suo programma missilistico balistico, "non solo per il Medio Oriente, ma anche per gli Stati Uniti".
Si tratta di un "tentativo di fabbricare un nuovo casus belli" contro l'Iran dopo "la questione nucleare", analizza Sina Toossi, ricercatrice presso il Center for International Policy (CIP) di Washington. L'Iran "potrebbe comportarsi male" cercando di riarmarsi, ma rimane interessato a un accordo con Washington. Oggi Teheran ha denunciato un clima di pressione "psicologica" e ha minacciato Israele di "conseguenze più gravi" in caso di un altro attacco, dopo quello di giugno.
Prospettive regionali e la Siria
Trump ha anche espresso la speranza che Netanyahu possa "raggiungere un'intesa" con il nuovo presidente siriano ed ex jihadista, Ahmad al-Sharaa, dopo gli attacchi israeliani al confine siriano e contro Hezbollah in Libano.