AGI - La leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado, che vive in clandestinità nel suo Paese, non è la prima vincitrice del Premio Nobel per la Pace a non aver potuto ritirare il riconoscimento. Ecco altri assenti illustri alla cerimonia di premiazione di Oslo.
Narges Mohammadi: L'attivista iraniana ha dovuto celebrare il suo Premio Nobel 2023 da una cella del carcere di Evin a Teheran. A rappresentare dal palco Mohammadi, che si è battuta contro l'obbligo dell'hijab e la pena di morte in Iran, sono stati i figli gemelli 17enni, entrambi in esilio in Francia, che hanno letto un discorso scritto dalla madre e uscito clandestinamente dalla prigione.
Ales Bialiatski
L'attivista bielorusso per i diritti umani e fondatore dell'organizzazione Viasna, vincitore nel 2022, si trovava in carcere con una condanna a dieci anni e a ritirare il premio è stata la moglie Natalia Pinchuk.
Liu Xiaobo
Il dissidente cinese, vincitore del Nobel nel 2010, era in carcere per scontare una pena detentiva di 11 anni per "sovversione". La sua sedia, dove era stato posto il premio, è rimasta simbolicamente vuota. Sua moglie, Liu Xia, è stata posta agli arresti domiciliari dopo l'annuncio del premio e ai suoi tre fratelli è stato impedito di lasciare la Cina. Veterano delle proteste di Piazza Tienanmen del 1989, Liu è morto nel 2017 di cancro al fegato in un ospedale cinese all'età di 61 anni, dopo essere stato trasferito lì dal carcere.
Aung San Suu Kyi
La paladina della democrazia del Myanmar ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 1991 mentre era agli arresti domiciliari. Sebbene le fosse stato concesso il permesso di viaggiare, rifiutò per timore di non poter più tornare nel suo Paese. A rappresentarla alla cerimonia a Oslo furono i suoi due figli e il marito. Simbolicamente, sul palco fu nuovamente posizionata una sedia vuota.
Lech Walesa
L'attivista sindacale polacco, che costrinse le autorità a riconoscere il primo e unico sindacato libero del blocco comunista, Solidarnosc, temeva di non poter rientrare in patria se si fosse recato a Oslo per la cerimonia. Lo rappresentarono la moglie Danuta e il figlio.
Andrej Sacharov
Il dissidente e fisico sovietico fu onorato dal comitato del Nobel nel 1975 per il suo "intrepido impegno personale nel sostenere i principi fondamentali per la pace tra gli uomini". Gli fu impedito dalle autorità sovietiche di recarsi in Norvegia e fu rappresentato dalla moglie Elena Bonner, anche lei attivista per i diritti umani.
Henry Kissinger e Le Duc Tho
Il premio del 1973, uno dei più controversi nella storia del Nobel per la pace, fu assegnato ai due politici che avevano raggiunto un accordo di cessate il fuoco in Vietnam che presto fallì. L'alto esponente vietnamita rifiutò il premio, affermando che il cessate il fuoco non era stato rispettato e l'allora segretario del dipartimento di Stato Usa non si recò a Oslo per paura di manifestazioni.
Carl von Ossietzky
Il giornalista e pacifista tedesco fu imprigionato in un campo di concentramento nazista quando vinse il Nobel nel 1935. Von Ossietzky era stato arrestato tre anni prima in un raid contro gli oppositori di Adolf Hitler in seguito all'incendio del Reichstag. Morì in prigionia nel 1938.