AGI - Il governo israeliano ha approvato l'accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza. A renderlo noto una dichiarazione rilasciata dall'ufficio del Primo Ministro. "Il governo ha appena approvato il quadro per il rilascio di tutti gli ostaggi, sia vivi che deceduti", si legge. Come riporta The Times of Israel, i rapiti saranno restituiti alle loro famiglie, in cambio di circa 2.000 prigionieri di sicurezza palestinesi e di un ritiro parziale delle IDF: così prevede la prima fase del piano di pace per Gaza del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
L'accordo di cessate il fuoco a Gaza è entrato in vigore alle 12 ora locale (le 11 in Italia). "Dalle 12, le truppe dell'Idf hanno iniziato a posizionarsi lungo le linee di schieramento aggiornate in preparazione dell'accordo di cessate il fuoco e del ritorno degli ostaggi" si legge sull'account X delle forze armate israeliane che sottolinea i militari del Comando Meridionale "sono schierati nell'area e continueranno a rimuovere qualsiasi minaccia immediata".
Prima della tregua, all'alba di oggi, secondo quanto riferito dall'agenzia palestinese Wafa, le forze israeliane hanno bombardato la città di Khan Younis nella Striscia di Gaza. La zona colpita è quella di al-Katiba, nel centro della città, a sud della Striscia. Le Idf avrebbero usato droni e artiglieria.
Le opposizioni all'accordo di pace
La maggior parte dei ministri del governo Netanyahu ha votato a favore dell'accordo, si sono opposti i ministri di estrema destra del Partito Sionista Religioso del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, ad eccezione del ministro Ofir Sofer che ha votato a favore del piano. Si sono opposti anche tutti i membri del partito ultranazionalista Otzma Yehudit.
Il ritiro dell'Idf
Tra la notte scorsa e questa mattina, l'esercito israeliano (Idf) ha iniziato a ritirare le truppe nella Striscia di Gaza secondo le linee di schieramento concordate, come parte dell'accordo con Hamas per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi tenuti prigionieri dal gruppo palestinese.
Alcune forze sono state completamente ritirate da Gaza, mentre altre rimarranno nelle posizioni lungo le linee di schieramento. Il ritiro avviene sotto la copertura di bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei in alcune zone, come riporta il Times of Israel.
Si prevede che le Idf completeranno il ritiro entro stasera, vale a dire entro 24 ore dalla ratifica ufficiale dell'accordo con Hamas da parte del governo israeliano. Una volta completato il ritiro, l'esercito manterrà il controllo di poco più della meta' del territorio della Striscia, ovvero il 53%, la maggior parte del quale si trova al di fuori delle aree urbane. Ciò include una zona cuscinetto lungo l'intero confine di Gaza, compreso il corridoio di Philadelphi (l'area di confine tra Egitto e Gaza), insieme a Beit Hanoun e Beit Lahiya nell'estremo nord della Striscia, un piccolo promontorio nella periferia orientale di Gaza City e ampie porzioni di Rafah e Khan Younis nella Striscia meridionale.
Protezione civile, "palestinesi, non avvicinatevi all'Idf"
La Protezione civile della Striscia di Gaza ha avvertito i palestinesi di non avvicinarsi alle aree in cui sono presenti le forze israeliane, mentre è iniziato il ritiro delle Forze israeliane (Idf). In un messaggio su Telegram, ha esortato in particolare a non avvicinarsi alle zone di confine di Gaza City fino a quando non sarà stato annunciato ufficialmente il ritiro delle Idf e confermato dalle autorità. "Violare questo avvertimento mette a rischio la vostra vita", si legge nella dichiarazione. "Esortiamo tutti a rispettarlo per la vostra sicurezza e per facilitare il lavoro delle squadre di emergenza e delle autorità sul campo", ha spiegato la Protezione civile.
Lo scambio di prigionieri palestinesi
In cambio dei rapiti - secondo gli accordi firmati ieri tra Israele e Hamas - verranno scarcerati quasi 2mila palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. I mediatori stanno ancora lavorando sulle clausole finali, ha riferito una fonte di Hamas, secondo la quale nella lista sono compresi 250 palestinesi condannati all'ergastolo e altri 1.700 arrestati da Israele dall'inizio della guerra dopo l'attacco del 7 ottobre 2023. Tra i desiderata del gruppo islamista c'è Marwan Barghouti ma la portavoce del governo di Tel Aviv, Shosh Bedrosian, ha affermato che il noto esponente di Fatah, rinchiuso da oltre vent'anni nelle carceri israeliane, "non sarà coinvolto in questo rilascio".
Pronti gli aiuti umanitari
Nei primi cinque giorni del cessate il fuoco sono pronti a entrare nella Striscia almeno 400 camion di aiuti al giorno, per poi aumentare nei giorni successivi. L'UNRWA ha celebrato l'accordo di ieri come un "enorme sollievo" e si è detta pronta a entrare in azione per sfamare la popolazione civile prostrata da due anni di guerra. L'Organizzazione Mondiale della Sanità è preparata a "intensificare il lavoro per soddisfare le urgenti esigenze sanitarie dei pazienti di Gaza e per sostenere la riabilitazione del sistema sanitario distrutto", ha sottolineato il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Israele ringrazia Kushner e Witkoff
Ieri sera il presidente e il primo ministro israeliani hanno incontrato a Gerusalemme Jared Kushner e Steve Witkoff, inviati statunitensi che hanno partecipato ai negoziati indiretti tra Israele e Hamas, al cessate il fuoco a Gaza e al rilascio degli ostaggi, secondo quanto dichiarato dai rispettivi uffici. "Il presidente Herzog ha espresso la sua profonda gratitudine al presidente Trump, a Kushner e a Witkoff per il loro ruolo fondamentale e storico nel prossimo rimpatrio degli ostaggi... e per il loro aiuto nel tracciare la strada verso una nuova era di cooperazione in Medio Oriente", ha dichiarato la presidenza in una nota.
Gli inviati statunitensi hanno poi incontrato Benjamin Netanyahu, secondo quanto riportato dall'ufficio del Primo Ministro israeliano. I media israeliani hanno riferito che Kushner e Witkoff hanno poi partecipato alla riunione del governo israeliano per approvare l'accordo di Gaza annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Il presidente della Knesset ha invitato Trump a tenere un discorso
Il presidente della Knesset, Amir Ohana, ha invitato Donald Trump a tenere un discorso davanti ai membri del parlamento israeliano. "E' per me un profondo onore e un privilegio invitare ufficialmente il più grande amico e alleato del popolo ebraico nella storia moderna - ha affermato Ohana in un post su X parlando di Trump - "a tenere un discorso formale alla nazione davanti alla Knesset". "Israele attende il Presidente della Pace", aggiunge Ohana. E' il secondo presidente Usa invitato a rivolgersi alla Knesset dopo George Bush nel 2008.
Lunedì visita lampo di Trump in Israele
Secondo l'emittente televisiva israeliana Channel 12, il presidente Donald Trump atterrerà all'aeroporto Ben Gurion poco dopo le 9 di lunedì mattina (le 8 in Italia), dove sarà accolto con una cerimonia formale.
Da lì, il capo della Casa Bianca si recherà direttamente alla Knesset a Gerusalemme per pronunciare un discorso prima dell'inizio della festività di Simchat Torah, che inizia lunedì sera. La visita, organizzata dopo la firma di un cessate il fuoco e di un accordo per il rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas, sarà breve, secondo l'emittente israeliana.
Dopo il discorso alla Knesset, Trump tornerà in aeroporto per la partenza. L'emittente afferma che la visita sarà più breve di quanto inizialmente sperato, poichè Trump arriverà lunedì anzichè domenica, a causa delle difficoltà logistiche legate all'organizzazione del viaggio con così poco preavviso. Se la notizia sarà confermata, Trump non avrebbe il tempo di fermarsi in Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv, nonostante la speranza delle famiglie in questo senso.
La reazione della comunità internazionale
Soddisfazione, e attesa per l'attuazione dell'intesa, è stata espressa dai leader internazionali, dai Paesi arabi, con Giordania, Egitto, Emirati e Arabia Saudita in testa, insieme alla Turchia, agli europei, fino a Cina e Russia. Il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres, ha chiesto che il rilascio di tutti gli ostaggi avvenga "in modo dignitoso" e che i combattimenti cessino "una volta per tutte", sollecitando l'ingresso immediato e senza ostacoli di aiuti umanitari a Gaza.
La speranza di una soluzione politica
Da parte sua il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen ha espresso la speranza che l'intesa "sia un preludio al raggiungimento di una soluzione politica permanente", che porti alla creazione di uno Stato palestinese.
Attesa a Tel Aviv e arrivo dei negoziatori
Migliaia di persone ieri si sono radunate spontaneamente nella 'Piazza degli Ostaggi' a Tel Aviv in attesa che si riunisse il governo per la ratifica dell'intesa. Intanto, sono arrivati in Israele l'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff e il genero di Trump, Jared Kushner, coinvolti nei negoziati a Sharm el-Sheikh. Trump dovrebbe invece giungere a Gerusalemme domenica, come annunciato dall'ufficio di presidenza israeliana. Il capo della Casa Bianca ha detto che "cercherà" poi di recarsi in Egitto, a seguito dell'invito che gli è stato rivolto dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, per la cerimonia di firma dell'accordo.
I punti irrisolti del Piano Trump
Il piano in 20 punti presentato da Trump alla fine di settembre prevede anche il disarmo di Hamas e la governance di Gaza affidata a un'autorità di transizione internazionale ma questi punti non sono ancora stati affrontati.