AGI - Telecamere puntate sulla California, dove una commissione del Dipartimento di Correzione e Riabilitazione dovrà pronunciarsi sulla libertà vigilata richiesta dai fratelli Lyle ed Erik Menendez, tra i detenuti più noti d'America per aver ucciso i loro ricchi genitori nella loro villa di Beverly Hills, più di 35 anni fa. I loro processo, nei primi anni '90, è stato uno dei primi trasmessi in televisione e la loro storia è tornata alla ribalta grazie a una serie e a un documentario di Netflix lo scorso anno.
La libertà vigilata dei due fratelli, che hanno citato gli abusi sessuali del padre come giustificazione per l'esecuzione dei genitori, è richiesta dalla loro famiglia e sostenuta da celebrità come Kim Kardashian. Condannati all'ergastolo senza possibilità di libertà vigilata, la loro pena è stata ridotta a maggio, dopo oltre 30 anni trascorsi dietro le sbarre. Cio' li rende idonei alla libertà vigilata, che deve essere decisa da una giuria della commissione competente. I due fratelli devono dimostrare di essere pentiti e di non rappresentare un pericolo per la società.
"Per oltre 35 anni, hanno dimostrato un costante miglioramento. Si sono assunti la piena responsabilità delle loro azioni", si legge in una dichiarazione della Justice for Erik and Lyle Coalition, un gruppo di supporto che include membri della loro famiglia e sottolinea il loro "sincero rimorso".
Al momento degli omicidi, i pubblici ministeri accusarono i due giovani, all'epoca di 18 e 21 anni, di aver ucciso i genitori per ereditare la loro fortuna di 14 milioni di dollari. Armati di fucili da caccia, spararono al padre, Josè Menendez, cinque volte, anche alle ginocchia. La madre, Kitty Menendez, mori' mentre si allontanava strisciando da loro.
Inizialmente i fratelli attribuirono gli omicidi a un'azione mafiosa, prima di cambiare versione più volte. Gli investigatori ottennero infine la registrazione di una seduta di psicoterapia, durante la quale Erik confessò l'omicidio. In tribunale, i loro avvocati citarono un disperato tentativo di autodifesa, sostenendo che i due fratelli erano stati violentati per anni dal padre e che la madre ne fosse a conoscenza.
L'attuale procuratore distrettuale di Los Angeles, Nathan Hochman, si è opposto alla revisione delle loro condanne e si è dichiarato fermamente contrario alla loro libertà vigilata in seguito alla revisione. I due uomini, che hanno fornito cinque diverse versioni durante le indagini, "non hanno mai accettato pienamente la responsabilità degli orribili omicidi dei loro genitori", ha dichiarato ieri in una dichiarazione. "Al contrario, continuano a promuovere una falsa narrazione di autodifesa che è stata respinta dalla giuria decenni fa", ha insistito il pubblico ministero. Nonostante la recente serie e il documentario Netflix, "la giustizia non deve mai essere influenzata dallo spettacolo", ha aggiunto.
Composta da due o tre membri, la commissione ascolterà i due fratelli in videoconferenza dal loro carcere di San Diego. Erik Menendez, 54 anni, dovrebbe comparire oggi, mentre il caso di Lyle, 57 anni, dovrebbe essere esaminato domani. Per formulare le sue raccomandazioni, "prenderà in considerazione tutte le informazioni pertinenti e affidabili a sua disposizione, inclusi (...) i precedenti penali, i registri del dipartimento relativi al detenuto, nonché le dichiarazioni del detenuto, delle famiglie delle vittime, dell'ufficio del Procuratore Distrettuale e del pubblico", secondo una dichiarazione.
Anche se raccomandasse la loro liberazione condizionale, i fratelli Menendez non verrebbero rilasciati immediatamente. Il processo può richiedere fino a quattro mesi e la decisione finale spetterà al Governatore della California Gavin Newsom. Il Democratico ha il potere di confermare o negare la concessione della libertà vigilata, o persino di richiedere una revisione da parte della commissione. Nel 2022, Newsom ha respinto la richiesta di libertà vigilata per Sirhan Sirhan, l'assassino che sparò e uccise Robert Kennedy, allora candidato democratico alla presidenza, nel 1968.