AGI - Ventotto anni dopo sua madre, il principe Harry è tornato in Angola per camminare tra le mine. Lo ha fatto indossando un giubbotto antiproiettile e seguendo lo stesso percorso in un campo minato a Cuito Cuanavale, nel sud del Paese, dove il conflitto civile ha lasciato dietro di sé migliaia di ordigni inesplosi. È un gesto che ha un forte valore simbolico e che rievoca le immagini diventate iconiche di Lady Diana nel gennaio 1997, pochi mesi prima della sua morte. Il duca di Sussex è in Angola con il supporto della Halo Trust, la stessa organizzazione umanitaria con cui Diana aveva collaborato.
L’obiettivo è quello di tenere alta l’attenzione sul rischio delle mine antiuomo e sostenere i progetti di sminamento ancora in corso: secondo l’ONG, nel Paese restano da bonificare circa 1.000 campi minati. Dal 1994, la Halo Trust ha già rimosso oltre 120.000 mine e 100.000 altri ordigni, ma le vittime continuano a salire: più di 60.000 persone sono morte o rimaste ferite dal 2008 a oggi.
Durante la visita, Harry ha anche partecipato a una lezione in una scuola elementare del villaggio, dove ha insegnato ai bambini le principali regole di sicurezza in caso di ritrovamento di mine. “Stop. Torna indietro. Avvisa un adulto”: lo ha detto in portoghese, tra sorrisi e applausi. A margine della missione, il principe ha incontrato il presidente angolano João Lourenço, annunciando un nuovo accordo triennale tra il governo e la Halo Trust per intensificare le operazioni di bonifica. Il viaggio ha avuto anche una valenza diplomatica, ma senza presenze istituzionali britanniche. Meghan Markle non ha preso parte alla trasferta per motivi di sicurezza.
Non è la prima volta che Harry torna in Angola: era già stato nel 2013 e nel 2019, sempre per iniziative legate allo sminamento. Ma questa visita ha un tono più personale. “I bambini non dovrebbero avere paura di giocare o di andare a scuola”, ha detto. Parole che risuonano ancora oggi, in un Paese dove la guerra è finita da oltre vent’anni ma le sue ferite restano visibili.