AGI - I ribelli del Movimento del 23 Marzo (M23) hanno ucciso il governatore della provincia congolese del Kivu Nord, il generale Peter Cirimwam, e continuano ad avvicinarsi al capoluogo, Goma, i cui dintorni sono da giorni teatro di combattimenti con l'esercito regolare della Repubblica Democratica del Congo.
Usa, Gran Bretagna e Francia hanno esortato i loro cittadini a lasciare la città, dove è rimasto un milione di abitanti, circa la metà della popolazione preesistente. Gli scontri sono ripresi dopo il fallimento della mediazione dell'Angola tra le autorità di Kinshasa e il Ruanda, che sostiene l'M23. Kigali, che un tempo negava del tutto il supporto alle milizie, sostiene di essere intervenuta a difesa della minoranza tutsi, alla quale appartiene la gran parte dei ribelli. Il governo congolese accusa invece il Ruanda di voler utilizzare l'M23 per appropriarsi delle ricche risorse minerarie del Kivu.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto "allarmato" dalla recrudescenza della violenza nella regione e ha condannato "un'offensiva" che potrebbe aggravare "il rischio di una guerra regionale". Il presidente congolese, Felix Tshisekedi, ha tenuto ieri sera una riunione di crisi e, nel corso della giornata, dovrebbe presiedere il consiglio di difesa.
Sempre le Nazioni Unite hanno confermato il decesso del generale Cirimwami, abbattuto ieri da colpi d'arma da fuoco mentre combatteva in prima linea. Fonti militari riferiscono che è in corso una battaglia a una ventina di chilometri da Goma, da trent'anni epicentro delle violenze che sconvolgono il Paese africano. L'M23 era riuscito a prendere il controllo della città nel 2012, l'anno della sua fondazione, per poi esserne scacciato poco tempo dopo dall'esercito. Il conflitto tra le forze di Kinshasa e l'M23, appoggiato da 3-4 mila soldati ruandesi schierati nell'Est, dura da tre anni e ha aggravato ulteriormente la crisi umanitaria nella regione.