Joe Biden accelera nei sondaggi e Donald Trump sostituisce il manager della sua campagna per la rielezione. Fuori Brad Parscale, dentro Bill Stepien. A darne notizia è il presidente su Facebook perché in quel momento Twitter è ostaggio degli hacker che violano gli account di pezzi da novanta della politica e della Silicon Valley: Joe Biden, Barack Obama, Michael Bloomberg, Jeff Bezos, Bill Gates, Elon Musk, Apple e Uber, in quella che sembra, per ora, una maxi truffa sui Bitcoin.
"Sono lieto di annunciare che Bill Stepien è stato promosso manager della campagna di Trump. Brad Parscale, che è con me da molti anni e ha guidato le nostre incredibili strategie per il digitale e i dati, manterrà quel ruolo insieme a quello di senior advisor per la campagna. Entrambi sono stati pesantemente coinvolti nel nostro storico trionfo del 2016 e spero di ottenere una grande e molto importante seconda vittoria insieme.
Questa dovrebbe essere molto più facile: i numeri nei sondaggi stanno salendo velocemente, l'economia sta migliorando, i vaccini e le terapie (contro il Covid-19) sono in arrivo e gli americani vogliono strade e comunità sicure", proclama il presidente. Ma se è vero il motto "squadra che vince non si cambia", il rimpasto qualche malumore lo segnala.
Il sondaggio Quinnipiac
Quinnipiac vede Trump dietro lo sfidante democratico per la Casa Bianca di 15 punti mentre l'ultima analisi di Wall Street Journal/Nbc News rileva che il 51% degli elettori oggi voterebbe per Biden e meno del 40% per il tycoon. Il mese scorso il distacco era di 7 punti. Solo il 37% approva il modo il cui l'inquilino della Casa Bianca sta gestendo la pandemia contro il 59% che disapprova: in un mese il giudizio è peggiorato del 6% e da marzo dell'8%.
E a stracciarlo nei sondaggi è pure il virologo Anthony Fauci con tre americani su 4 che lo considerano una fonte affidabile sul virus mentre solo 1 su 4 si fida di Trump (Nyt-Siena College). Negli Usa i contagi sono oltre 3,4 milioni e i morti oltre 137 mila. Mentre Trump sminuisce la portata del coronavirus, spingendo per la ripresa dell'attività e la riapertura delle scuole, Fauci, che da 30 anni guida il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, teme "una pandemia di proporzioni storiche", invalidando il messaggio del presidente.
Per questo l'amministrazione avrebbe avviato un'operazione concertata volta a screditarlo: 5 gli attacchi sferrati solo negli ultimi 4 giorni. Su Usa Today è uscito ieri un editoriale firmato dall'advisor di Trump Peter Navarro che sollecita "scetticismo e cautela" nei confronti di Fauci.
Navarro, direttore dell'Ufficio delle politiche per il commercio e il manifatturiero, contesta a Fauci in particolare il fatto di aver definito limitata l'efficacia dell'idrossiclorochina, l'antimalarico sponsorizzato dal comandante in capo e che ora sta assumendo anche il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, risultato positivo. Trump insiste pubblicamente nel rivendicare "un ottimo rapporto con Fauci", spiega che Navarro "ha espresso la sua personale opinione", e che "non avrebbe dovuto farlo".
Che un consigliere della Casa Bianca possa pubblicare un editoriale senza che questo venga prima sottoposto al vaglio quantomeno del team di comunicazione, è piuttosto inusuale. A difesa del virologo di origini italiane si sono levate anche voci repubblicane, dal leader di maggioranza al Senato Mitch McConnell al senatore Lindsey Graham, due fedelissimi di 'The Donald'.
L'assalto a Fauci
Nei giorni scorsi era stato il vice capo di gabinetto e responsabile dei social media, Dan Scavino, a sparare contro Fauci, pubblicando una vignetta che lo ritrae come un rubinetto ('faucet' in inglese) dal quale sgorgano idee 'insensate' come la necessità dei lockdown. La scorsa settimana Trump, a quanto si dice infastidito anche dalla ribalta globale del medico 79enne, ha detto che commette "molti errori".
La Casa Bianca ha dunque fornito ai giornali una lista di commenti e previsioni di Fauci che si sono rivelati errati mentre Adam Brett Giror, del ministero della Sanità, ha dichiarato che "non è sempre al 100% nel giusto" e che "non necessariamente ha in testa l'interesse nazionale". Eppure il coronavirus non è solo una zavorra per Trump in chiave elettorale.
Se è vero che ha favorito l'ascesa di Biden nei sondaggi, ha anche consentito al tycoon di mantenere intatta la sua popolarità sul fronte dell'economia con un sostegno al 54% (Wsj-Nbc), pur con gli Usa tecnicamente in recessione dallo scorso febbraio e milioni di posti di lavoro andati in fumo. Gli americani attribuiscono infatti al Covid la causa della crisi economica e non biasimano il presidente.
Non solo. Biden entusiasma solo il 14% degli elettori contro il 23% che si dichiara galvanizzato da Trump. "I media indicano costantemente Biden in testa ma lo spettro di un voto segreto per Trump incombe largamente sul 2020", avverte il direttore dei sondaggi di Monmouth, Patrick Murray, ricordando il risultato shock del 2016 che ha sbaragliato le previsioni. Cioè a dire che "non è finita finchè non è finita", come recita il più famoso degli aforismi della leggenda del baseball Yogi Berra.