Se ieri si fosse votato per un nuovo referendum sulla Brexit avrebbe probabilmente vinto il “remain”. A sostenerlo, analizzando i dati provenienti dal voto in Gran Bretagna sulle elezioni europee, è Jim Edwards in un articolo pubblicato su Business Insider. Tutto nonostante il grande exploit registrato da Nigel Farage e dal suo neonato partito: “Mai nella storia della politica britannica un partito con solo 6 settimane di vita ha vinto un’elezione nazionale. E questo è solo l’inizio”.
Il Brexit Party ha infatti conquistato il 31,7% dei consensi e ben 29 poltrone (temporanee, certo, ma solo la CDU tedesca è stata capace di fare altrettanto). Eppure questa è solo una delle letture che la complessità del voto ha fatto emergere al di là della Manica.
Un’analisi di Business Insider, ad esempio, partendo da una frase pronunciata da Jeremy Corbyn, un altro uscito malconcio dal voto, mostrerebbe come l’insieme delle realtà politiche favorevoli alla permanenza di Londra nella Ue abbiano resistito all’attacco sovranista: “Nei prossimi giorni apriremo nuove discussioni all’interno del Partito per riflettere su questi risultati”. Farage ha vinto una battaglia ma sul campo gli eserciti si fronteggerebbero ancora ad armi pari.
I risultati delle elezioni hanno mostrato chiaramente vincitori e sconfitti. Dietro il successo di Farage, ad esempio, ci sono i liberal-democratici europeisti, capaci di ottenere un sorprendente 18,6%. Subito dopo ci sono i laburisti (14,1%) e i Verdi (11,1%). Tutte percentuali che, sommate, raccontano di un Paese dove le intenzioni di Farage non incontrerebbero più i favori della maggioranza degli elettori. Molto più staccati e in crisi i Tory di Theresa May (appena 8,7%).
Suddividendo i partiti favorevoli a lasciare l’Unione europea da quelli contrari, anche limando posizioni di compromesso con partiti più inclini a un’uscita più soft, il risultato sarebbe abbastanza chiaro. Ci sarebbero circa dieci punti tra il remain, che si assesterebbe intorno al 55%, e la Brexit, ferma intorno al 45%. Il primo registrerebbe un totale di circa 9,3 milioni di voti mentre per il secondo ne risulterebbero circa 7 milioni.
Ad avallare questa tendenza, secondo Business Insider, ci sarebbero anche i sondaggi fatti da YouGov che, dal 2016 ad oggi, mostrerebbero come la maggioranza degli inglesi abbia ormai cambiato idea: la Brexit, per loro, è stata una decisione sbagliata. Insomma, se da una parte l’urna ha decretato il successo di Farage, dall’altra ha confermato una solida resistenza politica nel Paese alle tendenze nazionaliste.
Nelle prossime settimane il tema di un nuovo referendum tornerà a popolare agende, discorsi e dibattiti. Farage, forte di questo successo, sarà altrettanto pronto a impedirne la realizzazione. C’è il rischio che quella che appare a tutti come una grande vittoria possa trasformarsi in una netta sconfitta.