Donald Trump potrebbe non essere quel genio degli affari che per decenni ha voluto far credere di essere. O almeno questo si evincerebbe dai suo conti nel periodo che va dal 1985 al 1995, quelli di maggiore esposizione mediatica prima della grande cosa per la Casa Bianca clamorosamente vinta nel 2016.
Secondo il New York Times, che è entrato in possesso delle dichiarazioni dei redditi federali di Trump, proprio nel periodo in cui arrivava nelle librerie l'autobiografia con cui celebrava il successo delle sue imprese, in realtà stava già affrontando gravi difficoltà finanziaria e perdeva decine di milioni di dollari.
Il mito che circonda Trump ha sempre parlato di successi aziendali e di battute d'arresto trionfalmente superate. Ha attribuito la sua prima serie di cadute e fallimenti alla recessione del 1990, ma 10 anni di informazioni fiscali ottenute dal quotidiano dipingono un quadro diverso delle sue capacità di fare affari e delle sue condizioni finanziarie. E soprattutto mostrano che le cose avevano cominciato da andare male ben prima della crisi.
- Donald Trump nel 1989
Va detto che gli anni presi in esame dal New York Times non sono quelli al centro di un'intensa battaglia tra l'amministrazione Trump e il Congresso, ma ripercorrono il capitolo più tumultuoso di una lunga carriera e mostrano, ad esempio, che nel 1985, Trump riportò perdite per 46,1 milioni di dollari dalle sue attività principali: casinò, hotel e spazi commerciali nei condomini. E anche che ha continuato a perdere denaro ogni anno, per un totale di 1,17 miliardi in 10 anni.
Anno dopo anno Trump ha perso più denaro di quasi ogni altro contribuente americano: il NYT ha fatto un confronto con il campionamento annuale di percettori di alto reddito. Le sue perdite principali nel 1990 e nel 1991 - più di 250 milioni ogni anno - erano più del doppio di quelle dei contribuenti più vicini al suo standard. Ma soprattutto, ha perso così tanto denaro da poter evitare di pagare le imposte sul reddito per otto anni su 10.