La prospettiva della ricostruzione del tetto della cattedrale di Notre Dame continua ad alimentare la creatività degli architetti e artisti di tutto il mondo. Molti di loro hanno pubblicato sui social network i propri schizzi e alcune simulazioni in 3D.
Dieci di questi progetti sono stati presentati dal quotidiano francese Le Parisien. Si tratta, prevalentemente, di proposte estremamente originali. Alcune sono più “spirituali” altre più “terrene”. Cinque di queste puntano all’utilizzo massiccio del vetro.
Lo studio italiano di Massimiliano e Doriana Fuksas, ha pensato ad una copertura, accompagnata da una guglia, in cristallo Baccarat.
Come quelle dei rosoni
L’artista Alexandre Fantozzi - dello studio brasiliano Aj6 - ha immaginato di ricoprire Notre Dame con delle vetrate colorate, simili a quelle, ben più antiche, situate nelle aperture e nei rosoni della cattedrale.
Un tetto di vetro trasparente e una guglia di pietra, molto simile a quella originale disegnata da Eugène Viollet-le-Duc (il grande architetto francese, conosciuto soprattutto per i suoi restauri degli edifici medioevali, in particolare quello della cattedrale di Notre Dame, ndr), sono la soluzione immaginata dall’architetto russo Alexander Nerovnya.
Due altre proposte prevedono l’utilizzo del vetro per creare sopra la cattedrale una sorta di serra: per lo studio di architettura di Digione “Godart et Roussel”, questa soluzione permetterebbe di creare una passeggiata con vista panoramica sui tetti di Parigi dove i visitatori potrebbero riscoprire le tappe della storia della cattedrale.
Lo studio Nab e l’architetto Nicolas Abdelkader hanno immaginato invece di creare un giardino sospeso, dedicato “all’agricoltura urbana, all’orticoltura e alla permacultura”.
Al posto della guglia, gli architetti immaginano un alveare per le api.
Tanto verde anche nel progetto di Marc Carbonare che ha proposto di piantare degli alberi, in modo da ricreare una vera foresta sul tetto di Notre Dame.
La luce è invece l’elemento chiave di due proposte di ricostruzione della chiesa madre parigina. Lo studio slovacco Vizum Aélier suggerisce la realizzazione di una guglia fatta di materiali particolarmente leggeri.
E luce sia
La punta del manufatto sarebbe poi prolungata da un fascio di luce, capace di ricordare l’obiettivo degli architetti gotici che “cercavano di arrivare al cielo” con le guglie e i pinnacoli.
Un’ultima proposta - quella di Christophe Pinguet, cofondatore dell’agenzia di eventi parigina Shortcut - prevede l’installazione di un grandioso sistema di illuminazione.
Dei fasci luminosi disegneranno nel cielo la sagoma della guglia e del profilo della cattedrale parigina.
Questo progetto - denominato “Sia la luce. E la luce fu” - durerebbe solo nel periodo delle illuminazioni natalizie parigine (tra il 25 novembre e il 15 gennaio).
Secondo “Le Parisien”, la sindaca della capitale francese, Anne Hidalgo, avrebbe già manifestato un certo interesse per questa soluzione temporanea.
Le due ultime proposte recensite dal quotidiano parigino prevedono la realizzazione di una guglia completamente nuova, e molto imponente. Lo studio di architettura Abh ha immaginato un enorme triangolo di vetro.
Invece Mathieu Lehanneur - disegnatore residente nel centro della capitale francese - ha pensato ad una enorme fiamma capace di ricordare il dramma dell’incendio e lo Spirito Santo.
A queste proposte si è aggiunta anche quella di Denis Laming, architetto del parco di divertimenti “Futuroscope”, che immagina per la cattedrale un tetto retrattile.
Nell’attesa che i lavori di ricostruzione del tetto di Notre Dame prendano il via, continuano i battibecchi tra gli architetti “innovatori” e quelli “tradizionalisti”.
Tra i primi c’è Jean-Michel Wilmotte - che ha curato la restaurazione dell’Hotel Lutetia - secondo il quale “nel XIX secolo, Eugène Viollet-le-Duc non si è lasciato condizionare dal ricordo della guglia del XIII secolo”.
Al contrario, Jean Nouvel - autore del museo del Louvre di Abu Dhabi - sottolinea che “la guglia di Viollet-le-Duc fa parte delle cose intangibili della cattedrale”.